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Il dilemma del patron e la rabbia del tecnico

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Unapace, forse più una tregua fino al 14 maggio quando è in programma l'ultima partita di campionato, oppure rottura insanabile, definitiva con tanto di divorzio e scenari ancora imprevedibili all'orizzonte e tanti nomi di allenatori pronti a occupare la panchina che resterebbe vacante. Di sicuro la partita sembra ancora aperta nonostante lo strappo ci sia stato ma Reja nella sua ultima storia in panchina ha spesso cambiato idea. Anche a Napoli si era dimesso spesso (nove volte in cinque anni), aveva avuto confronti molto accesi con De Laurentiis fino all'inevitabile esonero e in questa stagione si stanno ripetendo le stesse situazioni del suo ultimo anno sotto il Vesuvio. Quindi, occhio al ripensamento di Edy soprattutto se il colloquio di oggi servisse a trovare una via d'uscita dignitosa per tutti. Dall'altra parte c'è Lotito preoccupato che l'eventuale fuga dell'allenatore sia sostanzialmente un salto nel buio. «Al peggio non c'è mai fine» recita un proverbio che nel calcio è quasi legge quando si va a toccare una squadra che comunque al momento è ancora terza in classifica. A giugno si cambierà ma a quattordici partite dalla fine trovare un allenatore presentabile per la piazza di Roma (i migliori liberi si sono già accasati) non è un compito facile. Ecco perché il presidente proverà a chiarisi con Reja anche se è fin troppo evidente che l'atteggiamento dovrà essere diverso da quello del picconatore dell'azienda in cui lavora tenuto nell'ultimo mese. Per carità, si può anche non essere d'accordo sul mercato, ma fare continui riferimenti a volte troppo pungenti sull'operato della società non è il massimo soprattutto per chi lo aveva difeso per molti mesi, imponendo la conferma nonostante la maggioranza dei tifosi volesse un nuovo allenatore. Le sorprese sono sempre dietro l'angolo quando di mezzo ci sono Lotito e Reja ma la speranza di un ricucitura come vuole la squadra è ancora viva.

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