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di Luigi Salomone Non era vera tregua, ora è chiaro.

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Anzi,è molto probabile che l'epilogo sia un inevitabile divorzio. Così non si può andare avanti soprattutto se il rapporto si incrina e i ripetuti tentativi di ricucitura naufragano di fronte agli ultimi fatti. E alla fine la Lazio sembra la fotocopia della Longobarda dove c'è un allenatore che si dimette dopo qualsiasi discussione, una società che interviene in ritardo a bloccare le frequenti ed esagerate esternazioni del tecnico dopo aver fallito l'appuntamento più importante di gennaio: il mercato. Già, i mancati rinforzi sono alla base degli ultimi screzi ma Reja è già alle seconde dimissioni in questa stagione. Il 19 settembre, dopo appena due partite di campionato, il tecnico goriziano voleva scappare e la sua creatura era appena ai primi vagiti stagionali. Dunque c'è di sicuro qualcos'altro, a cominciare dalla scelte di schierare la squadra con il modulo a rombo, avendo invece il diesse costruito la squadra per giocare col 4-2-3-1. Là sono nate le prime discussioni, le prime contrapposizioni tra Reja e Tare, il rapporto da idilliaco è diventato via via più complicato. E Lotito? Lo ha difeso quando i tifosi ne volevano la testa dopo i quattro derby persi e un gioco che, nonostante i buoni risultati, non soddisfaceva i palati fini dei sostentiori biancocelesti. Poi, però, si è sentito tradito dalle dichiarazioni pubbliche del suo allenatore che con ripetute battute bocciava l'operato del club fino alle tragicomiche dimissioni di ieri. Lunedì il chiarimento, Reja dirige l'allenamento assicura di voler andare avanti, poi la riflessione notturna e la clamorosa retromarcia senza nemmeno una telefonata a Lotito. Solo un foglio per comunicare al presidente le dimissioni a un paio d'ore dalla partenza per Madrid. Insomma, è legittimo dimettersi, un po' meno lasciare la squadra poco prima di un impegno così importante come un sedicesimo di finale di Europa League. E ancora il nuovo ripensamento di Edy, forse obbligato da questioni legali, la società che respinge le dimissioni dell'allenatore, infine la partenza per la Spagna tutti dilaniati dai dubbi. Che succederà? Di certo la Lazio esce con le osse rotte tanto da ricordare la Longobarda. Reja è Oronzo Canà, Lotito il «commendatore Borlotti», tanto per provare a riderci sopra. A questo punto tocca solo sperare che Hernanes non sia come Aristoteles e Candreva non sia inutile come Crisantemi arrivato al mercato di novembre.

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