Il Napoli prova a scrivere la storia
GiadaOricchio NAPOLI San Paolo tutto esaurito con record di incassi, oltre tre milioni di euro, e città con il fiato sospeso per la partita dell'anno: Napoli-Chelsea (andata degli ottavi di finale). Mazzarri prova a nascondere (maluccio) l'emozione ricordando a se stesso e ai suoi ragazzi che anche contro la Roma, il Napoli aveva i pronostici dalla sua e Luis Enrique sembrava sull'orlo dell'esonero come oggi lo è Villas Boas: «Non siamo favoriti e farò di tutto affinché i miei ragazzi inconsciamente non lo pensino, potremmo avere una brutta sorpresa. È una gara insidiosa, i Blues hanno valori assoluti, giocatori che da soli fanno la differenza, spero che non siano al meglio. Il loro andamento in campionato non è indicativo, questa partita è come un derby. Sfugge a ogni logica, è una storia a sé e sono sicuro che non sbaglieranno». Il tecnico vuole che la pressione si trasformi in energia positiva: «Preparare la gara con il Chelsea o con il Chievo è la stessa cosa. Dobbiamo avere la stessa adrenalina mostrata con il Manchester City. Sarà importante non prendere gol. La partita perfetta per noi vuol dire superarsi». In panchina lui non ci sarà, siederà l'amuleto (Napoli mai sconfitto) Frustalupi, il secondo da dieci anni: «A livello tattico è più bravo di me perché ha più tempo. È preparatissimo e abbiamo studiato le contromosse sia se il Chelsea giocherà con il 4-4-2 sia che adotti il 4-3-3». Più spumeggiante e sorridente Lavezzi: «Ci giochiamo gran parte della stagione e non sbaglieremo. Non temiamo nessuno». Il Pocho insegue un sogno: «Vorrei segnare il mio primo gol in Champions e dedicarlo a mio figlio Tomas, ma è più importante il gioco di squadra di me». In sette trasferte italiane, il Chelsea ha vinto solo una volta, nella fase a gironi contro la Lazio nel 2003. Certo, come ha detto Mazzarri: «L'importante è esserci», ma «partecipare» a questo punto non basterebbe. Sarebbe un peccato.