Non una Roma bellissima, ma quel che basta per portar via i tre punti e sognare: complici anche glialtri risultati della giornata.
Erala prima cosa che Luis Enrique aveva chiesto ai suoi reduci da un successo nelle precedenti 5 gare (il 4-0 all'Inter: più 2 pari e 2 ko) e la Roma lo ha accontentato pur non giocando il suo calcio migliore. È tornato De Rossi e la differenza lì in mezzo si è sentita eccome: tutti con lui in campo giocano meglio, più sereni e senza la carenza di ossigeno delle ultime gare. Ma anche con il fulcro del gioco al suo posto, questa Roma fatica ad esprimersi al meglio, sbaglia ancora molto e produce un gioco a tratti farraginoso che non rende come potrebbe sotto porta. Molti errori, troppi, qualche svista arbitrale (almeno due i rigori che i giallorossi avrebbero meritato), ma nel complesso però il Parma è arrivato sotto porta una sola volta: il resto lo hanno fatto i piedi di Okaka. C'è da dire infatti che lì dietro stavolta la Roma non ha mai sofferto: superato un leggero imbarazzo iniziale di Juan, poi tutto è filato liscio. Probabilmente i giocatori hanno recepito il messaggio della vigilia del tecnico asturiano che ha detto chiaramente come da adesso in avanti le partite rimaste da giocare serviranno a fare selezione in vista di un futuro che i vertici della società non faticano ad annunciare più che roseo. Tutti vogliono esserci dunque in questa nuova Roma che per il momento sta cercando di mettere un piede nell'Europa del prossimo anno e che continua a viaggiare sui suoi binari: molto apprezzabile quello che si dissocia totalmente da qualsiasi commento sulla classe arbitrale (argomento sul quale in settimana la società aveva fatto richiesta ai giocatori di «evitare» sui profili personali nei social network). È questa una delle cose che piace di più del nuovo corso, fissato con il calcio positivo, che cerca una innovazione anche dal punto di vista mentale: sembrava impensabile per una piazza complessa come quella romana. E invece ecco i primi segnali e dalla partita di ieri ne arrivano, come sempre, alcuni positivi e altri un po' meno. Tra le note belle la vena prolifica di Borini, ancora una volta tra i migliori dei suoi, che raggiunge Osvaldo in vetta alla classifica dei marcatori giallorossi: 7° gol che vale 3 punti pesanti. Molto bene i tre a centrocampo: detto di De Rossi, anche Gago e Pjanic giocano una gara di qualità seppur in lieve calo nel finale. Sarà il centrocampo titolare della Roma del futuro, dove inizia a cercar spazio anche il nuovo arrivato Marquinho al quale ieri Luis Enrique ha concesso uno spezzone di gara nel finale: presto per giudicarlo, ma qualche buon guizzo fa ben sperare. Tra le cose da rivedere la qualità dei due terzini (primo argomento da affrontare nel prossimo mercato) che vanno meglio dell'ultima uscita a Siena, ma continuano a non convincere del tutto: clamoroso il gol mancato da Rosi nella ripresa. Anche da Osvaldo ci si aspettava qualcosa di più, ma la lontananza dal campo si è fatta sentire. Ha faticato più del normale anche Totti, marcato (e picchiato) quasi sempre a uomo dalla retroguardia di Donadoni: il capitano rimedia un giallo che gli farà saltare Bergamo ma non il derby. Il bilancio è il sorpasso all'Inter e un 5° posto che fa benissimo a 2 giornate dal derby con la Lazio solo 4 punti più su: ma d'ora in avanti basta errori.