«Non eravamo noi», dice Reja.
Chela Lazio vista a Palermo sia solo un incubo, un qualcosa di irripetibile. Eppure, dopo il crollo di Siena e la debacle europea con l'Atletico, i clamorosi passaggi a vuoto del gruppo biancoceleste stanno cominciando a essere troppi. Così come i gol subìti: 13 nelle ultime quattro gare. Anche quando si è vinto, anche contro attacchi non irresistibili come quelli di Siena e Cesena. Certo, ci sono le assenze, ma una difesa del genere non può essere quella di Reja. E poi ci sono le grida in campo, le discussioni con Dias, Hernanes che non vorrebbe essere sostituito sul 5-0, il misterioso cambio di Klose. Troppe cose per far finta che sia una serata normale. Il tecnico pensa alle dimissioni? Non sarebbe la prima volta, non sarebbe neanche una completa sorpresa, per chi sa come il rapporto tra Reja e società si sia incrinato dopo il mercato invernale, dopo i mancati rinforzi chiesti dal tecnico, dopo che una rosa troppo corta sta presentando inevitabilmente il conto. E così l'attesa per le parole del tecnico nel dopogara diventa spasmodica. Lui si presenta con ritardo ai microfoni, alimentando le voci più disparate: lungo faccia a faccia con la squadra?. Poi, però, bastano l'espressione rilassata e le prime parole per capire che lui, l'allenatore, considera la tappa del Barbera solo un incidente di percorso. Oalmeno così vuol far apparire all'esterno. «Non è stata la vera Lazio - dice lui - si è trattato di un black out totale. All'inizio abbiamo anche creato qualcosina, ma poi abbiamo subito preso due gol, a quel punto si è fatta impossibile per una squadra che era già in confusione tattica». Eppure la tattica l'aveva disegnata lui. Autocritica? «Adesso tutti diranno che c'erano altre soluzioni per la difesa, la verità è che non ce n'erano di diverse. Il primo gol è stato un gol dalla distanza, il secondo una prodezza di Donati sulla quale non si poteva far nulla. Sul terzo Klose si è perso l'uomo, ma stasera avevamo appena 2-3 saltatori, non si poteva far meglio». Proprio il cambio di Klose ha lasciato qualche perplessità. Reja giustifica tutto con un malanno fisicio: «Aveva male alla schiena già in settimana, alla fine del primo tempo gli ho chiesto come stava e mi ha detto che soffriva ancora, così ho preferito non rischiarlo». «Dobbiamo metterci alle spalle questa serata e guardare avanti, chiudiamo tutto e pensiamo al futuro», ripete più volte il tecnico. Non sarà facile, perché le scorie di Palermo si manifesteranno ancora: Klose dolorante, Dias e Matuzalem squalificati: «Sembra non finire mai», sbuffa Reja, «ma almeno abbiamo rivisto in campo Mauri che ci potrà tornare utile». Ci sarebbe poi da spendere qualche parola per il debutto in chiaroscuro di Alfaro: «È andato bene dal punto di vista del movimento», dice di lui il tecnico, «ma è stato troppo precipitoso in fase di conclusione. Ha bisogno di altri allenamenti con noi per entrare completamente nel sistema di gioco».