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«La nuova Italia è già matura»

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Venditti ha realizzato la sua prima meta in nazionale contro l'Inghilterra Il 21enne azzurro: Brunel scommette sui giovani. Non lo deluderemo

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GiovanbattistaVenditti si è rialzato, ha ringraziato il Signore (è osservante neo-catecumenale) e ha ricevuto l'abbraccio dei suoi compagni, primi fra tutti Tommaso Benvenuti, autore della seconda meta italiana due minuti più tardi, e Edoardo «Ugo» Gori. Tutti ragazzi italiani, tutti nati nel 1990, tutti gettati nella mischia con coraggio dal commissario tecnico Jacques Brunel. Un gruppo che può diventare un simbolo, lo spot di un modo diverso di essere italiani. Sono loro i figli del Sei Nazioni, una generazione che aveva dieci anni quando l'Italia faceva il proprio esordio nel torneo più prestigioso e che è cresciuta nel sogno dell'esordio azzurro, magari all'Olimpico. Ebbene il sogno si è realizzato, ma ce ne sono tanti altri da inseguire con la sfrontatezza dei vent'anni, siamo solo all'inizio ma è giunto il momento di conoscerli meglio. Venditti, prima della partita vi aspettavate tanta gente sugli spalti con quella nevicata? «Francamente no, vedevamo che tempo faceva e pensavamo soprattutto a tutte le persone che avendo acquistato il biglietto non potevano raggiungere lo stadio. Poi, entrando in campo, è stato incredibile vedere che ambiente fantastico e quanti avevano sfidato il clima per venirci a vedere. Una motivazione enorme per noi: ci siamo detti che se loro avevano avuto quel coraggio noi non potevamo fare nulla di meno». Lei, che compirà 22 anni il prossimo 27 marzo, è nato ad Avezzano ma ha già fatto più chilometri di un globe-trotter. «Vero, ma è normale avendo fatto una scelta professionale da giovanissimo. Ho cominciato perché giocava a rugby il mio compagno di banco in quarta elementare, sono andato una volta e non ho più smesso. Dopo le giovanili ad Avezzano il primo raduno con la nazionale Under 15 allenata all'epoca da Daniele Pacini che mi convinse ad andare alla Capitolina di Roma. Con loro due titoli nazionali Under 17 e Under 20, poi il trasferimento al Gran Parma e ancora gli Aironi con i quali milito in Pro12 (l'ex Celtic League). In mezzo tre anni importantissimi all'Accademia Federale a Tirrenia». Già, l'Accademia dove sono cresciuti anche Gori e Benvenuti, siete consapevoli di rappresentare la nuova generazione del definitivo salto di qualità? «Ha già esordito anche Luca Morisi (classe 1991) e siamo contenti del coraggio dimostrato da Brunel nel darci questa opportunità. Siamo il frutto di un lavoro che consente ai giovani di avvicinarsi presto all'alto livello, ora sta a noi dimostrare che siamo degni della fiducia lavorando giorno per giorno». Scavando nel Giovanbattista Venditti fuori dal campo si può capire da dove arriva questa maturità, insolita per i suoi anni. «Ho frequentato il liceo classico poi il linguistico, parlo inglese, francese e spagnolo e sono iscritto a Scienze Politiche a Parma, dove vivo con mia moglie Alice e mio figlio Leonardo, che ha un anno e mezzo. Dalla mia famiglia ho avuto tutto e sono fiero della mia origine. Uno dei miei segreti sono i consigli del mio amico Amilcare. Lui studia a Roma quindi ci sentiamo spesso al telefono e mi aiuta a mantenere la rotta, è molto maturo». Se lo dice Venditti, ci si può fidare.

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