«Bello come il derby»
«È stato come il derby». Edy Reja non trattiene la gioia dopo la rimonta della Lazio sul Cesena. «Lo so che quella con la Roma è una partita fondamentale per i tifosi, ma stasera io ho riprovato emozioni simili. Per come si era messa è stato bellissimo vincerla così». Chi si aspetta retroscena particolari sull'intervallo della gara resta deluso: «In realtà non ho detto niente di particolare - spiega il tecnico - ma le solite cose. Che non dovevamo mollare, che potevamo crederci. Ma questa è una squadra di gente che non si arrende, uomini con una forza straordinaria che hanno compiuto un piccolo miracolo. Anche a Genova, sono convinto, se non avessimo preso il terzo gol non avremmo perso. È che ultimamente le cose non ci stavano girando troppo bene». La vittoria ha il volto giovane di Libor Kozak, appena recuperato dopo un lungo stop e subito decisivo: «A me sarebbe piaciuto schierarlo sin dall'inizio - racconta Reja - avrei voluto giocare con le due punte, con la difesa a tre e il centrocampo a 5, ma lui non ha ancora i 90 nelle gambe, con noi aveva fatto solo due allenamenti. Poi alla fine è stato determinante». Chi invece non è riuscito a segnare ma si è fatto perdonare a suon di assist è stato Miro Klose: «Non bisogna giudicarlo per i gol - lo difende il tecnico - ma per tutto il lavoro che fa in campo. Gli piace partecipare all'azione, viene fuori dall'area, anche in allenamento negli esercizi di possesso vuole fare il jolly per toccare più palloni possibili. Ha dato due assist, ma ancor di più ci dà ogni giorno l'esempio di chi non si risparmia mai». Poi una piccola frecciata alle critiche che, in realtà, ieri sera alla squadra e al tecnico non sono mai arrivate: «Che bisogno c'era di tirar fuori la storia che io avrei consigliato al presidente di trovare un altro allenatore? Sono cose che fanno il male della Lazio, invece si dovrebbe solo stare vicini a questa squadra a cui andrebbe fatto un monumento. Per me i miei sono i migliori giocatori al mondo. Io non voglio nessun merito, è stata la squadra a fare tutto. Disputare una partita del genere vuol dire avere un carattere infinito». Ai microfoni si presenta anche il ds Tare, vittima con il presidente Lotito della durissima contestazione dei tifosi nel primo tempo. È proprio a quei tifosi, però, che Tare si rivolge a fine gara: «Al di là delle contestazioni io voglio davvero ringraziare i nostri sostenitori, è stato anche grazie a loro che la squadra ha trovato la forza per cercare la rimonta. Non hanno mai smesso di incitare la squadra, è questo quello che ci vuole, i ragazzi hanno bisogno di essere sommersi da tanto affetto perché non mollano mai e tutti insieme si possono raggiungere grandi obiettivi». Poi il ds tributa il giusto omaggio a Reja («è stato bravissimo a cambiare la gara») e racconta la sua personale versione di quell'intervallo in cui il mondo si è capovolto: «Sono sceso negli spogliatoi e ho visto tanto nervosismo, nessuno ce la faceva a stare seduto, mi è sembrato di percepire tensione positiva, sotto sotto io ci speravo nell'impresa»