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L'Inghilterra saluta Capello: "Ma la sua nomina non è stata un errore"

Il ct dimissionario dell'Inghilterra Fabio Capello con l'ex capitano John Terry

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Non è stato un "errore costoso" e l'addio è stato amichevole ma per la Fa le dimissioni di Fabio Capello restano "la scelta più giusta". A meno di 20 ore dal divorzio con il tecnico italiano i vertici della Federcalcio inglese hanno convocato una conferenza stampa per chiarire le ragioni della clamorosa non meno che inattesa rottura. Tra quattro mesi inizia Euro 2012 e la nazionale inglese si trova dunque senza commissario tecnico e senza capitano perché a John Terry, all'origine della rottura tra tecnico e federali, è stata tolta la fascia di capitano in attesa di sentenza per l'accusa di razzismo. Regna dunque il caos a Wembley anche se la federazione si sforza di tranquillizzare i media locali, che non rimpiangono Capello ma sono impazienti di conoscere il nuovo ct (favorito Harry Redknapp). Contro l'Olanda, amichevole di fine mese a Londra, in panchina siederà Stuart Pearce, una nomina ad interim in attesa che venga trovata "la soluzione migliore". "Ma senza preclusioni, la priorità è un inglese, o un britannico. Ma se ci accorgeremo che la scelta migliore è uno straniero non ci saranno pregiudiziali", le parole del presidente della Fa David Bernstein. L'Inghilterra ha voltato pagina, Capello è già il passato. Anche se le parti - secondo la ricostruzione di Bernstein - si sono lasciate "amichevolmente, con una stretta di mano". Ha poi aggiunto che la Fa non ha incoraggiato il tecnico italiano a dimettersi: "Abbiamo avuto un franco scambio di vedute. Dopo queste discussioni sono andato nel suo ufficio e mi ha detto che voleva dimettersi". Il No.1 della Federcalcio ha anche confermato che Capello era stato informato della decisione di degradare Terry già lo scorso giovedì, quindi prima dell'ufficializzazione il giorno dopo. "Ci ha subito espresso la sua contrarietà. Ma quando poi è andato in tv, e ha criticato pubblicamente la nostra decisione, ci è parso doveroso intervenire convocandolo in un meeting". Una lunga giornata, cominciata con un primo incontro tra Capello e i vertici della Fa, che si è conclusa con le dimissioni del tecnico italiano comunicate direttamente al presidente. "È stata una giornata difficile, ma Capello si è sempre comportato con dignità e onore - ha aggiunto Bernstein - Sappiamo che le dichiarazioni, attribuite a lui ieri, non sono vere. Sono d'accordo con chi ritiene che il manager sia la persona più importante in ogni club. Ma ci sono momenti in cui il consiglio direttivo deve intervenire. Comprendiamo il suo rammarico, ma lo abbiamo sempre sostenuto al 100%. Qui si è trattato di una situazione particolare". Ovvero, il processo a carico di John Terry, la cui sentenza inizialmente prevista per marzo o aprile, è slittata a metà luglio, dopo la fine degli Europei. Un lungo periodo di inaccettabile incertezza, secondo la Fa che ha così deciso di anticipare i tempi, "punendo" preventivamente il suo capitano. Capello ha sempre ribadito che "ogni imputato resta innocente fino a sentenza contraria". Anche davanti alle telecamere della Rai la scorsa domenica. Un comportamento "non consono" secondo i federali che comunque hanno riconosciuto al tecnico italiano, pur nella divergenza d'opinioni, il valore del suo lavoro nei quattro anni a Londra. "Non è stato un errore la sua nomina - ha concluso il presidente della Fa - Fabio ha fatto un grande lavoro, ottenendo la qualificazione alla fase finale di grandi competizioni due volte di fila. Ovviamente il mondiale è stata una delusione e il suo stipendio era costoso. Ma dobbiamo essere realisti, l'Inghilterra non vince da 46 anni".  

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