Rivoluzione fatta di giovani e gioco d'attacco
Neglisport professionistici di squadra esistono figure di allenatori-manager, allenatori-comunicatori che hanno saputo dare dimensioni diverse al lavoro del coach. Brunel è un allenatore-allenatore, uno di quei nocchieri cui piace sporcarsi di fango per lasciare il segno. Nato nella regione del Midi-Pyrenees ha imparato dalla sua terra la pazienza nell'aspettare i frutti del proprio lavoro. Per rilassarsi pota le vigne dei genitori, conosce dunque l'arte della crescita, sa cosa ci vuole per trasformare i germogli in frutti maturi. Sarà per questo che, alla ricerca di una squadra più equilibrata rispetto alla gestione Mallett quando si giocava solo con gli avanti della mischia, ha rimpastato il reparto dei tre-quarti, aprendolo alle novità. Di fronte a campioni del calibro di Rougerie, Malzieu, Clerc ha deciso di puntare sull'esordiente assoluto Venditti, classe 1990 grande fisico ma tecnica da affinare, ha scelto di schierare il 21enne Benvenuti (finora usato da Mallett solo come ala) nel suo vero ruolo di centro accanto a Sgarbi, inspiegabilmente accantonato nell'ultima World Cup. Ha scommesso sulla velocità di «Ugo» Gori - altro classe '90 - fondamentale per il gioco che ha in testa per il ruolo di mediano di mischia. Attaccare e non «solo» difendere. E comunque difendere in maniera diversa, come dimostra il silenzioso accantonamento di Omar Mounemnie, «guru» della difesa di Mallett, insieme con quello del tecnico dei calci Doussy più defilato rispetto al passato. Insomma, Brunel ha le idee chiare e sa come realizzarle, non ha paura di prendere decisioni e vuole una squadra che giochi per segnare, per vincere, per costruire. Impossibile trovare chi non lo segua. Ale. Fus.