Il mercato è finito, male, anzi malissimo però la Lazio ci deve credere.
Perchela banda di Reja nel momento decisivo, quando tutto faceva pensare che avrebbe mollato, è arrivata la prova migliore della stagione. Personalità, orgoglio, cuore ma anche grinta per sfatare il tabù del diavolo e battere il Milan dopo quattordici anni in cammpionato. Una piccola impresa arrivata in una delle notti più complicate degli ultimi anni poi trasformatasi in festa grazie alla vittoria finale. La Lazio deve puntare al terzo posto e quindi all'accesso ai preliminari di Champions proprio per la compattezza mostrata dal gruppo l'altra sera. Stanno tutti dalla parte di Reja e il flop sul mercato ha rafforzato l'unione tra il tecnico e i giocatori rimasti. Come era già accaduto proprio dopo la partita di andata contro il Genoa, quando c'è stato bisogno di schierarsi dalla parte dell'allenatore, il gruppo ha tirato fuori dal cilindro prove convincenti. Poi c'è un motivo tattico: grazie all'emergenza la Lazio è tornata a giocare come l'anno scorso col 4-2-3-1 o 4-4-1-1 che dir si voglia e la squadra è apparsa più solida anche se è stata agevolata dall'atteggiamento tattico del Milan che si è buttato all'assalto con un pizzico di presunzione. Già col Genoa ma soprattutto contro il Cesena in casa bisognerà verificare se si può continuare a schierare un solo attaccante. Da quella soluzione ha tratto subito giovamento Hernanes che in pratica ha giostrato venti metri più avanti dove ha potuto fornire le solite giocate di qualità. È tornato il «profeta» della passata stagione (undici gol, adesso è già a quota sei), libero da compiti di copertura con la possibilità di sfruttare gli spazi lasciati liberi dalla partenza di Cisse. Un altro elemento che induce all'ottimismo è la vena ritrovata di Rocchi che a settembre compirà 35 anni ma che dimostra di essere ancora una sicurezza. Già cinque gol e la possibilità di tornare in doppia cifra dopo una paio di stagioni in chiaroscuro: Reja può contare su di lui per la volata finale. Il vecchio modulo, peraltro quello con cui è stata costruita in estate la squadra da Tare, prevede il doppio mediano davanti alla difesa e quindi sarà fondamentale recuperare Brocchi e Cana, preziosi per poter far riposare qualche volta la coppia migliore che può esprimere la Lazio: Ledesma-Matuzalem (finché la salute lo sorregge). Per l'assalto al terzo posto è fondamentale recuperare qualcuno degli infortunati storici (Mauri e Kozak sono quelli più vicini al rientro) che saranno un valore aggiunto per dare maggiore libertà di scelta a Reja. Infine non si può sottovalutare la stranezza di questo campionato equilibrato nelle zone alte. La sensazione molto vicina alla realtà è che Juve e Milan faranno corsa a due per lo scudetto e il resto del gruppone lotterà per l'ultimo posticino nell'Europa che conta e porta soldi veri. Udinese, Inter, Napoli e Roma sono in lizza con la Lazio ma solo i friulani hanno avuto un rendimento costante (soprattutto in casa). Le altre pretendenti hanno mostrato pericolosi cali di concentrazione e sono un po' attardate rispetto ai biancocelesti. L'Inter potrebbe ricevere beneficio dal mercato rispetto alla Lazio ma ha perso Thiago Motta che era il regista più importante per lo scacchiere di Ranieri. Difficile fare previsioni, sono tanti gli elementi che influenzeranno la volata finale con Reja che spera nella fortuna amica dopo la beffa dell'anno scorso con una Champions scivolata via solo per differenza reti. La Lazio è pronta ma è fondamentale avere continuità di risultati per ascoltare la musichetta più amata dai tifosi biancocelesti.