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Bufera Il calcio in ginocchio

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Altre tre gare rinviate per neve, Galliani chiede che non si giochi Milan-Napoli Beretta invoca la legge sugli stadi. Ma club e Aic si infuriano: «Calendario folle»

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e.Un totale che potrebbe salire ancora se stasera non dovesse giocarsi Novara-Chievo, ad alto rischio, così come le gare di domenica Genoa-Lazio delle 12.30 e Milan-Napoli della sera: «Non si può giocare a -10 gradi, nell'interesse di tutti», ha scritto l'ad dei rossoneri Galliani al presidente della Lega Beretta. Per le quattro gare cancellate (Parma-Juve, Atalanta-Genoa, Bologna Fiorentina e Siena-Catania) si parla di un possibile recupero nel pomeriggio del 7 marzo. Si tratta di un mercoledì dedicato alla Champions e le partite potrebbero iniziare al massimo alle 18.30, dato che l'Uefa non permette «sovrapposizioni» col massimo torneo europeo per club. Com'era già accaduto martedì per la gara del Tardini, il rinvio di altre tre partite ha soffiato ulteriormente sul fuoco delle polemiche. Il calendario viene stilato dalla Lega di A, è responsabilità del gruppo di Beretta se si è scelto un mercoledì sera a ridosso dei giorni della Merla per disputare un turno infrasettimanale. Pur provando a tenere i toni bassi, le parole del presidente dell'Associazione calciatori Damiano Tommasi sono state inequivocabili: «Bisogna avere il coraggio di cambiare qualcosa - ha detto l'ex giallorosso - qui in Italia gli stadi sono vecchi, inadatti ad accogliere tifosi e giocatori quando il clima è avverso. In attesa di impianti nuovi, e ci vorranno anni, si potrebbe cominciare il campionato a inizio agosto e allungare la pausa invernale. Ci vuole rispetto per calciatori e tifosi: una partita su un campo infame è una partita brutta». Sulla stessa lunghezza d'onda, se non ancora più infuriato, l'ad della Juventus Beppe Marotta: «La Lega è in grado di valutare uniformemente le condizioni di praticabilità dei campi. In questi giorni si è registrato un forte disagio, con strutture non in grado di accogliere uno spettacolo. Mi auguro che l'anno prossimo si valutino i calendari con più attenzione». Critiche alle quali Beretta ha risposto richiamando ancora la questione stadi:«A Torino con il nuovo impianto della Juve non è successo niente, questo ci deve spingere a far approvare al più presto la legge sugli stadi per avere impianti protetti, riscaldati e confortevoli». Solidale con lui il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Gli stadi sono questi e il clima lo abbiamo visto tutti. La verità è che anche in altre nazioni le partite vengono rinviate, non solo in Italia». In realtà a determinare i vari rinvii non è stata tanto la situazione dei manti erbosi, opportunamente coperti con teloni, ma la condizione degli spalti e l'impraticabilità delle vie d'accesso agli stadi. Un'eventualità che cozza con l'ultima autodifesa di Beretta: «Giocare di pomeriggio non avrebbe cambiato nulla». A fotografare bene la situazione è Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio: «Il calcio italiano ricava poco da stadi e merchandising, quindi si valorizza la tv. L'audience è fondamentale, ma il calcio esiste solo se ci sono tifosi sugli spalti». Pronta replica di Sky: «I calendari non li facciamo noi, e di certo non abbiamo nulla a che fare, a differenza di Comuni e società, con le condizioni degli impianti». La polemica continua.

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