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Matteo De Santis Un'occasione persa.

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«Speroche il finale di stagione - mastica amaro Luis Enrique - non sia anonimo». Il rischio, in fondo, c'è. «Abbiamo perso un'occasione, il Bologna è stato bravissimo e ci ha messo in seria difficoltà. Nel primo tempo siamo stati lenti e imprecisi, nella ripresa siamo migliorati ma abbiamo preso il gol nel nostro migliore momento. Poi è arrivato il gol di Pjanic e siamo riusciti a costruire tante occasioni. Sin dall'inizio, però, si è visto che non eravamo in condizione di fare una grande partita e che non avevamo la freschezza necessaria. Potevamo perdere così come potevamo vincere con un pizzico di precisione in un paio di circostanze, ma alla fine il pareggio è il risultato più giusto». Giusto sì, ma anche tanto amaro: «Vedendo i risultati degli altri, sarebbero stati tre punti importantissimi. Abbiamo sprecato un'opportunità, anche se mancano 18 gare alla fine». Qualcosa, però, non è andato per il verso giusto: «Non parlo del singolo, ma solo della squadra. Certo, dobbiamo abituarci che i nostri avversari quando vengono all'Olimpico ci aspettano e si rinchiudono dietro. Tutti ormai - ricorda l'allenatore spagnolo - sanno come gioca la Roma, ma noi dobbiamo essere bravi a fare sempre di più. I calciatori, però, non sono macchine che si possono controllare. Dobbiamo ancora migliorare tanto». Alla prima domanda sui singoli, infatti, Luis Enrique risponde in maniera collettiva. La profezia della viglia di una doppietta purificatrice di Lamela non si è avverata: «Come "indovino" non guadagnerei un soldo. Io mi aspetto sempre il massimo da tutti. Dopo una sconfitta o un pareggio come questo non parlo dei giocatori a livello individuale. Ci mancano ancora tante cose. Per essere importanti a Roma, ad esempio, bisogna saper convivere con la pressione. Questo si può superare con lavoro e con la voglia di fare. Tutte cose che vedo nella mia squadra». Sull'«ectoplasma Bojan», fischiato ieri dalla curva Sud, l'asturiano si limita a dire che «non è solo un problema psicologico». L'unica menzione, allora, spetta a Stekelenburg: «Ha fatto due grandi parate, è una garanzia». Una garanzia, per questa Roma oscillante tra gli altri e bassi, è anche Pjanic. «Avrei preferito vincere - mormora l'autore del gol del pari - ma noi non eravamo in giornata mentre il Bologna ha fatto una bella partita e si è difeso molto bene. Purtroppo è andata così. Eravamo un po' stanchi nel finale, anche se non credo che il nostro predominio possa essere in discussione. La gara di martedì con la Juve ha sicuramente influito. Il Bologna, infatti, non ha giocato durante la settimana ed era molto più fresco». La contusione al quadricipite della coscia destra rimediata pochi minuti dopo il gol, però, potrebbe fruttare a Pjanic un turno di riposo a Cagliari: oggi si capirà se è meglio forzare o preparare con calma Roma-Inter di sabato.

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