Lazio: riscatto o crisi
Ultima partita di gennaio. Per fortuna, verrebbe da dire. La Lazio conclude il suo mese nero - cinque partite ufficiali disputate, tre sconfitte - su un campo storicamente amico. A Verona sponda Chievo, dove non perde dal 30 gennaio 2002 e dove negli ultimi quattro campionati ha sempre conquistato i tre punti, la squadra di Reja arriva con l'obbligo di vincere. Per la classifica, che altrimenti si farebbe piuttosto complicata in ottica Champions, ma soprattutto per evitare che i tre indizi arrivati contro Siena, Inter e Milan si trasformino nella prova certificata della crisi. Lo scivolamento al quarto posto in classifica e l'addio alla Coppa Italia esigono risposte immediate. Di certo non sarà facile. Per gli ormai consueti problemi di formazione - la lista dei lungodegenti, da Mauri a Brocchi, da Kozak ad Alfaro per arrivare a Cana, è ormai una cantilena da mandare a memoria - e anche per gli spifferi di mercato che hanno turbato il ritiro veneto. In attesa dei tanto sospirati rinforzi, il probabile partente Cisse si accomoderà in panchina, ancora costretto ad assistere alla coppia d'attacco titolare formata da Klose e Rocchi: «Ho letto sui giornali che sarebbe addirittura già partito - ha detto Reja - invece è qui con noi e se ce ne fosse la necessità potrebbe anche giocare». Con quale spirito non si sa, visto che anche in allenamento, tra mani in tasca e qualche sporadica corsetta, il francese sembrava già sentirsi un ex. Recuperati in extremis Radu e Ledesma. Il romeno toccherà le centro presenze in serie A, il centrocampista italoargentino, alle prese con i postumi di una distorsione alla caviglia, stringerà i denti ancora una volta e scenderà in campo: senza di lui, in Coppa Italia, la mediana biancoceleste si è dimostrata troppo fragile. In difesa la coppia Biava-Dias, nonostante il brasiliano nelle ultime prove non abbia convinto e abbia anche manifestato un certo nervosismo: «Si solito non fa certe cose, probabilmente è stato provocato - il commento di Reja sul pugno a Van Bommel - ma ciò non giustifica il gesto. Deve stare tranquillo, non gli tocca dimostrare nulla». La società in ogni caso sta valutando una possibile multa ai danni del difensore. Per il resto, il tecnico ha elogiato a lungo gli avversari di giornata, protagonisti un mese fa all'Olimpico di una gran prestazione che solo un Bizzarri formato paratutto non tramutò in tre punti. «Sarà una partita difficilissima - ha ammonito l'allenatore goriziano - perché il Chievo è una squadra molto organizzata che mette in campo una determinazione feroce. Noi fisicamente saremo un po' più stanchi per la partita di giovedì, ma abbiamo comunque i mezzi per poterli mettere in difficoltà». Il discorso torna inevitabilmente all'eliminazione nel trofeo nazionale contro il Milan: «C'è un po' di amarezza, inutile nasconderlo. Noi abbiamo cercato di fare la partita nonostante avessimo di fronte i rissoneri. Dobbiamo conservare sempre questa mentalità. Vorrà dire che ora ci concentreremo su campionato ed Europa League». Farlo con una rosa ridotta all'osso non sarà facile. Reja non smette di attendersi qualche innesto importante a centrocampo anche se la trattativa più concreta riguarda piuttosto la trequarti: «Honda è un giocatore di spessore internazionale e pertanto se ci sono qualità, ben vengano. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, preferisco parlare sono dei giocatori che sono ufficialmente presi».