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L'Acea scivola nei bassifondi

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Roma cade in casa, contro Bologna decisivi gli ex Gigli e Vitali Crisi profonda tra classifica traballante e incertezza societaria

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Mase, come ha dichiarato e mostrato anche ieri sera seguendo con passione la contesa, Claudio Toti ha a cuore le sorti della ancora sua creatura è bene che corra al più presto ai ripari perché la crisi dell'Acea è ormai una realtà certificata. Anche la Canadian Solar Bologna è passata sul legno dell'impianto del quartiere Flaminio vincendo 78-82. Non può bastare a giustificare il quinto stop casalingo l'assenza di capitan Tonolli, problema muscolare, perché per l'occasione Lardo ha recuperato Datome. che è stato protagonista di un primo tempo di spessore al fianco di Tucker. Ma la precisione dei due dalla lunga che ha mascherato le poche idee organizzate di squadra, non è bastata a mettere distanza con le «V» nere che hanno tenuto botta nel momento in cui le bocche di fuoco giallorosso hanno espresso il meglio, 37-31 con tripla di Gordic, rintuzzando e trovando poi l'abbrivio per chiudere a ridosso, al 20', distanti solo di una lunghezza (41-40). Merito di un ex beccato dal pubblico, Angelo Gigli, di un altro applaudito, Luca Vitali e del peperino Poeta, uno che la maglia giallorossa l'ha solo sfiorata. Così Bologna paziente e mai leziosa, ha atteso che si scaricasse l'autonomia di Datome e mettendo la museurola a Tucker ha mandato fuori giri il prevedibile attacco capitolino. Solo Slokar ha dato pericolosità nel pitturato e così il 65-61 siglato da Datome è stata un'illusione. Bologna ha ricucito e messo il naso avanti innescando nella contesa anche Douglas Roberts e Koponen. Il finlandese ha scherzato con la blanda e irritante difesa di Djedovic cui Lardo ha concesso troppo spazio in campo. E la frittata è stata fatta. Sanikidze, fino al momento abbastanza anonimo, ha consentito di giocare alcuni extra possessi facendo la voce grossa a rimbalzo offensivo e mettendo il punto esclamativo sul successo con un canestro determinante. Niente di nuovo quindi sotto la volta dell'architetto Nervi. Solita Virtus e soliti peccati capitali. La squadra è schiava solo di giocate individuali e non appena uno degli interpreti non trova modo di eseguire la propria traccia personale le difese avversarie hanno facile gioco. Difficile credere quindi che, in attesa che sia più chiaro il futuro societario, qualcosa non accada. Servirebbero un paio di giocatori, un play e un centro, ma probabilmente è anche arrivato il momento di capire se per dare un senso alla stagione non sia il caso di pensare ad un cambio al timone.

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