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Roma, adesso torna a volare

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L'allenatore della Roma, Luis Enrique

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Cinici e «cattivi» contro il Cesena, dimenticando la prestazione «matta», seppur condizionata dal maltempo, fatta a Catania. È il diktat di Luis Enrique alla vigilia dell'anticipo di campionato in programma stasera alla 18 all'Olimpico e che sarà il primo match dell'ultima gara del girone d'andata di serie A. Una partita per certi versi quasi passata in secondo piano rispetto al tormentone che sta affliggendo la Capitale: il rinnovo di Daniele De Rossi, al quale però ieri si è accodato anche un ritorno di fiamma su quello proposto proprio a Luis Enrique subito dopo il ko con la Fiorentina. «Perché parlare di rinnovo? Ho ancora un anno e mezzo di contratto - attacca il tecnico asturiano - ed è un'eternità nel calcio. Mi manca tantissimo lavoro prima di meritare un rinnovo. Non ha nessun senso parlarne». Ma allo stesso tempo ammette di essersi sentito gratificato alla volontà del dg giallorosso Baldini di volergli prolungare il contratto proprio dopo una sconfitta così cocente. «È stato un gesto incredibile in un momento difficile, lo ringrazio. Quando tutti pensavano che sarei dovuto andar via, la società ha visto la possibilità di andare avanti con questo progetto e mi ha fatto questa proposta ma io ho detto che non era il momento di parlarne». Insomma Luis Enrique al momento ha in mente solo il bene della Roma e la crescita di un gruppo che, seppur a fasi alternate, inizia a dargli le risposte che chiede. «Il calcio è così, bastano quattro sconfitte e ritorno ad essere uno stronzo, dopo quattro vittorie torno a essere incredibile. Io adesso penso solo al Cesena. Le bandiere? È già difficile per un calciatore giocare sempre nella stessa squadra, avere un ruolo come quello di Totti e De Rossi: cose più uniche che rare e se vai a vedere negli altri club i casi di questo tipo sono un'eccezione. Immaginate per un tecnico: se togliete Ferguson non resta nessun altro». In questo senso inevitabile un passaggio sul «suo» Barcellona che ha appena umiliato nuovamente il Real di Mourinho. «Questo è senza dubbio il momento migliore della storia del Barça, non solo perché vince, ma per come lo fa. Non sono mai violenti (il riferimento a Pepe è evidente, ndr), propongono sempre un gioco bellissimo: è un piacere vederli giocare. Se poi vincono al Bernabeu tanto meglio». Ma questo forse sarà il futuro, perché al momento il presente è Roma. E oggi all'Olimpico arriverà un Cesena per nulla scontato. «Non vedo una squadra di basso livello, ha un potenziale offensivo importante, con calciatori di qualità che possono metterci in difficoltà. So bene che non sarà una partita facile e per avere la possibilità di trovare la vittoria dobbiamo tornare al livello delle partite precedenti, incrementando il ritmo di gioco: e soprattutto dimenticare la partita "matta" di Catania». Anche se per farlo il tecnico giallorosso non avrà a disposizione De Rossi che dopo i controlli in Toscana è stato fermato dai medici: Luis Enrique non sembra aver gradito. «Speriamo che non debba stare molto tempo fuori squadra. Credo non sia grave, ma è importante che possa allenarsi senza sentire dolore: a questo punto devono parlare i medici...». E stranamente nel pomeriggio arriva, per la prima volta, un «bollettino» medico ufficiale. Casuale?  

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