Toti-choc: «Lascio il basket»
Tantevolte in passato il patron della Virtus Roma aveva minacciato di chiudere l'avventura alla guida della società capitolina, restando poi sempre in sella. Ma la nota affidata ieri alle agenzie non lascia spazio a interpretazioni. Alla fine della stagione il patron, e con lui il gruppo Lamaro, usciranno definitivamente dal basket professionistico. «Dopo una lunga riflessione - recita il comunicato - ho maturato la decisione di uscire, alla fine della stagione in corso, dal basket professionistico, sia come proprietà che come sponsor. Dopo tanti anni di impegno, e non solo economico, è stata una decisione sofferta, ma coerente e conseguente a una attenta analisi del particolare momento storico ed economico che sta attraversando il nostro Paese anche nello sport. Concentrerò la mia attenzione al sociale, e al sostegno dei giovani, eventualmente nello sport dilettantistico, con nuove idee e progetti. Continuerò fino alla fine a profondere il massimo sforzo, cosa che chiedo con forza anche a giocatori, tecnici e a tutto lo staff, cercando anche di rinforzare opportunamente l'organico per concludere questa stagione onorando il nome della società, della maglia e nel rispetto dei veri tifosi. Rimane inalterata la mia passione per il basket e per la Virtus». Manca, nel freddo dispaccio, la parte forse più importante per chi ha a cuore le sorti del basket capitolino: la Virtus Roma è ufficialmente in vendita. Ma di compratori, almeno per ora, non sembra esserci traccia e se qualcuno da qui al prossimo giugno non si paleserà non è esagerato dire che la capitale perderà la serie A. L'annuncio del prossimo disimpegno di Toti non ha colto di sorpresa alcune delle persone che a vario titolo gli sono state a fianco dal luglio 2001, data in cui il gruppo Lamaro rilevò da Giorgio Corbelli la Virtus, con il presidente ancora in carica che non ha voluto però rilasciare alcuna altra dichiarazione rinviando eventuali approfondimenti alla serata di domani quando l'Acea scenderà in campo contro Bologna. Nel comunicato si parla di un impegno che proseguirà comunque fino a giugno e le parole potrebbero presto essere confermate dai fatti con l'ingaggio di un playmaker che tappi l'evidente falla nel roster. Per la successione, tra gli addetti ai lavori, è circolato il nome del costruttore Parnasi, chiamato in ballo nei mesi scorsi per la possibile edificazione dello stadio di proprietà della Roma . Ma la trattativa, con che vedrebbe anche l'interessamento del sindaco Alemanno, non trova alcun riscontro da parte dell'attuale proprietà. Un'ipotesi suggestiva è quella del possibile coinvolgimento di James Pallotta, socio dei Boston Celtics, in una sinergia tra la Roma del Calcio e basket che però al momento non ha basi solide. Insomma che la capitale possa a giungo perdere un altro dei suoi club storici è una realtà che sta prendendo forma.