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«Vado a Londra per vincere una medaglia»

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Dopo il bronzo dal trampolino al Mondiale di Shanghai l'azzurra punta ai Giochi

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Sarannoutili soprattutto a questo, per Tania Cagnotto, i Campionati Assoluti indoor al via domani a Torino. L'azzurra ha infatti già ottenuto la qualificazione per le prossime Olimpiadi di Londra. Ed è lì che si punta in alto. Ai Mondiali di Shanghai, pur non essendo in perfette condizioni per via dell'incidente, è riuscita a conquistare il terzo posto nel trampolino da 1 metro. «Proprio per via delle condizioni ho preso quella gara in modo diverso: non mi aspettavo niente ed ero già felice di poter partecipare. Forse proprio questo mi ha aiutato». E Londra si avvicina... «Cerco di prepararmi al massimo e spero sia la mia Olimpiade più bella. Sono consapevole che potrei arrivare a medaglia e la mia preparazione non lascerà niente al caso». Parliamo del portabandiera. Accetterebbe? «Sarebbe un onore immenso». Federica Pellegrini ha detto no. «Credo abbia sbagliato il modo di esprimersi. Se avessi la gara il giorno successivo ci penserei anche io. Stare otto ore in piedi prima della propria gara olimpica non lo consiglierei a nessuno!». Tuffi sincronizzati rispetto agli individuali? «In un certo senso sono più belli: si crea una complicità speciale con la partner. E poi se vinci festeggi insieme». Con Francesca Dallapé siete amiche anche fuori dall'acqua? «Molto. È anche questa la nostra forza». Due genitori campioni nella sua stessa disciplina. Le capita di sentire la pressione di un'eredità ingombrante? «Assolutamente no. Anzi, sento la fortuna di avere vicino due persone che mi possono dare preziosi consigli». Il primo tuffo? «A sei anni». Attrazione naturale o scelta quasi obbligata? «I miei hanno provato a indirizzarmi verso altri sport come il tennis, lo sci, la danza. Ma non c'è stato niente da fare, mi piaceva troppo tuffarmi. Credo sia una predisposizione naturale». Quando ha capito che sarebbe diventata una campionessa? «Dopo essermi qualificata a 15 anni per le Olimpiadi di Sydney. In quel momento ho capito che potevo davvero far bene, se avessi continuato a fare sul serio». Un padre come allenatore: il rapporto padre-figlia può rappresentare un vantaggio sulle avversarie? «Credo di sì. Il nostro è un rapporto speciale, fatto di qualche piccola incomprensione, ma soprattutto di grande complicità. E' sicuramente un valore aggiunto». Allenamenti: quante ore al giorno? «Cinque o sei, suddivise tra lavoro a secco in palestra e lavoro in acqua, dove si provano e riprovano i tuffi». Segue altre discipline, da tifosa? «Lo sci, ma è solo passione». Tempo libero? «Poco, cerco di passarlo con il mio ragazzo e gli amici. Sono gli affetti a darmi la serenità giusta». Ancora fidanzata con Stefano (Parolin, giocatore di calcio a 5, ndr)? «Sì, sempre lui!». Che musica ascolta? «Pop, rock, commerciale. Un po' di tutto». Cibo preferito? «Pizza, senza dubbio. Anche se mi devo limitare...». Quanto conta una corretta nutrizione per un atleta? «Tantissimo, è la base su cui si costruiscono i successi. Non a caso dal 2010 sono diventata testimonial Herbalife». Ha un segreto per mantenere la propria femminilità tra allenamenti e gare? «Nessun segreto. Credo sia un dovere di ogni donna conciliare l'attenzione al proprio corpo con tutto il resto». Gonna o jeans? Tacchi o scarpe da ginnastica? «Jeans e tacchi». E se non avesse scelto la carriera sportiva? «Forse avrei fatto la fisioterapista».

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