Matteo De Santis Il finale ricorda il «Berlusco'...ricordate degli amici» dell'ormai mitologico Rutelli imitato da Corrado Guzzanti.
«Èin un grandissimo stato di forma e sono contento che si sia già sbloccato. Prima della partita gli dirò di riposarsi un po' e di ricordarsi degli amici», la battuta con il retrogusto di speranza e preghiera piazzata dall'Aeroplanino come degna chiusura di una conferenza stampa particolare. Particolare per l'orario d'inizio, le 9.30, più da cappuccino e cornetto che da chiacchierata con i giornalisti e soprattutto perché si tratta sempre e comunque della vigilia di Catania-Roma. Una gara che negli ultimi quattro anni è costata alla Roma uno scudetto, un quarto posto e fortunatamente niente di peggio. Non una sfida qualsiasi già per conto suo che stavolta avrà anche quel pizzico di emozione e attenzione in più che della prima volta da allenatore di Vincenzo Montella contro la «sua» cara, vecchia e amata Roma. «È una partita come tutte le altre - tenta di minimizzare l'Aeroplanino - e da tecnico del Catania ho il dovere di prepararla al meglio. Non ho nessun rammarico per non essere più sulla panchina della Roma. Anzi, sono leggermente avvantaggiato dal fatto di conoscere bene molti avversari». Il non essere più sulla panchina della Roma, quindi, è solo un vantaggio. E non è nemmeno più fonte di rimpianti o rancori: «Lo ripeto, non vivrò questa gara in maniera differente dalle altre. Non ho nessuna vendetta da compiere e nessun sentimento di rivalsa, ma voglio vincere perché penso solo ed esclusivamente al Catania. Forse, lo ammetto, sarebbe stato diverso se avessimo giocato all'Olimpico. Rimanere alla Roma, molto probabilmente, sarebbe stata la scelta peggiore per me. Andare via è stato un bene». Qualcosa, rispetto ai velenosi pensierini montelliani di qualche mese fa, è cambiato. È svanita l'amarezza per essersi sentito un po' preso in giro nel periodo a cavallo tra il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova gestione, in cui la Roma era un po' terra di tutti e un po' di nessuno, e per essere stato tenuto in sospeso fino al sì di Luis Enrique a giugno. Ora Montella è felice e contento di quello che è successo: «La mia esperienza da tecnico della Roma è stata comunque positiva. È stato un buon esordio che mi ha permesso di mettermi in mostra e di farmi arrivare al Catania. Non poteva andarmi meglio». Se su Totti se la cava con una battuta, Montella non può fare lo stesso con De Rossi: «Nessuno può mettere in dubbio l'attaccamento di Daniele alla Roma. Il suo futuro? Non so cosa farà, è un tema delicato». Meglio chiedere a Totti di riposarsi un po' e pensare che Catania-Roma sia una partita come tutte le altre.