Luis Enrique non si accontenta

Ancora la Fiorentina, ancora Delio Rossi. Ma dall'altra parte del campo stavolta ci sarà tutta un'altra Roma. Una squadra che proprio dal naufragio di Firenze (3-0 con i giallorossi che avevano chiuso in otto: espulsi Juan, Gago e Bojan) ha tratto la forza e gli stimoli giusti per rimettersi in carreggiata e presentarsi, trentasette giorni dopo, in tutt'altra condizione all'ottavo di finale di coppa Italia in programma stasera all'Olimpico. Luis Enrique ha quella partita ben chiara in mente, «un ricordo incancellabile per tutto quello che è successo» e parte proprio da questo per aggiungere stimoli al suo gruppo. «Può essere una motivazione extra per affrontare la gara: un riferimento chiarissimo. La Fiorentina è una squadra che sta ottenendo buoni risultati e sta andando bene: hanno giocatori di qualità e una bella piazza, sappiamo che non sarà facile ma siamo fiduciosi». Il tecnico giallorosso in questo momento del suo percorso alla guida della Roma, non molla nulla e non nasconde l'ambizione di portare a casa questo trofeo tanto fin troppo disprezzato, ma che da qui in avanti tutti vorranno vincere. «Se confermiamo il nostro livello di gioco possiamo vincere la coppa Italia, anche se visto il calendario sarà molto difficile». Ma la crescita della sua nuova creatura lo soddisfa appieno e gli trasmette la fiducia necessaria per crederci. «Quattro settimane fa avrei detto una cosa per quello che succedeva, ma noi allenatori dipendiamo dai risultati. Quello che vedo ora mi piace, mi è piaciuto anche a Firenze, anche se è stato un casino come tutti ricordiamo. Mi è piaciuto l'atteggiamento. Quello che vedo adesso mi dà fiducia e mi aspetto che la squadra continui a migliorare e capisca che quel modo di giocare ci darà la possibilità di vincere e farlo nel modo più bello per noi, i tifosi e la classifica». Intanto c'è la coppa Italia appunto, competizione per la quale Luis Enrique non fa sconti mantenendo il solito riserbo sulal formazione titolare. «Schiererò quella che riterrò la Roma migliore per la partita. Non vado a cambiare niente, la mentalità è la stessa. La squadra deve sapere che ha la possibilità di giocare e di rappresentare la società: ogni volta che si indossa la maglia della Roma si deve essere al cento per cento». Diktat imposto dal nuovo corso di James Pallotta che il giorno prima si era prodigato in un tuffo a sorpresa nella piscina (gelida) di Trigoria sotto gli occhi increduli dei «dipendenti» al grido: «La Roma non deve temere nulla!». «Credo che la sua presenza - chiude Luis Enrique - e la sua voce siano stati importanti. Ha fatto una riunione con staff, calciatori, dirigenti e dipendenti: ha spiegato cosa vuole fare con la Roma. È importante per tutti coloro che lavorano qui sapere qual è la strada da percorrere. Lui ce l'ha illustrata e il gesto finale è stato simpatico. Credo spieghi un pò come è lui: una persona aperta, ottimista, con tanta voglia di fare bene qui a Roma».