Il Napoli vince a Palermo dopo 43 anni
Napoli spietato in trasferta con Pandev, Cavani, l'ex dal "core ingrato" autore di una prodezza balistica, e Hamsik. I tre tenori sfatano un tabù lungo 43 anni e rivedono l'Europa. Di Miccoli il gol della bandiera. Mutti si "suicida" regalando superiorità numerica agli avversari a centrocampo e getta subito nella mischia il trequartista argentino Vazquez, novello Pastore. Buona personalità anche se al 24' non finalizza come deve un grande inserimento centrale. Mazzarri manda in tribuna il neo acquisto Vargas. Il primo tempo è vivace, chance per parte, merito soprattutto di un Napoli pimpante e concentrato che comanda il gioco. Prima sciupa più volte con Cavani, poi si fa cinico. È Pandev a spezzare l'incantesimo delle sconfitte al Barbera. Ripartenza del Matador, in versione regista, Gargano assist man e il macedone di sinistro segna l'1-0 (l'ex Lazio sfiora il gol altre due volte). Un vantaggio giusto con Mutti colpevole di non aver "corretto" la totale libertà di Gargano sulla destra per quasi tutti i primi 45 minuti lasciando Barretto su Pandev e Maggio. Segnerebbero anche i siciliani con Migliaccio, ma il fuorigioco non sfugge all'arbitro. La ripresa dei palermitani comincia con la mossa che Mutti avrebbe dovuto fare già in precedenza: doppio cambio, Alvarez e Acquah, per un 4-4-2 dal centrocampo più coperto, ma più sbilanciato. Troppi spazi concessi al Napoli per pensare di non farsi male. Specie se c'è un Cavani in forma strepitosa: destro teso a effetto, da fuori area, che finisce all'incrocio dei pali. Il Matador non esulta, come promesso, e lo stadio applaude. Subito dopo, Hamsik centra il tris. In verticale su suggerimento di Inler e in velocità. Dedica a Lucas, il figlio appena nato, mentre tra i padroni di casa esordio di Mehmeti. Mazzarri ne approfitta per varare un inedito tridente: Zuniga e Chavez alle spalle di Cavani. Che vuol dire: Mascara in uscita.