Con un doppio Totti la Roma vola
Anno nuovo, vita nuova. Alla Roma-spettacolo di Luis Enrique che aveva chiuso l'anno impressionando a Bologna mancava una sola cosa: il gol di Francesco Totti. Ieri all'Olimpico, davanti al pubblico di casa letteralmente in delirio, ne sono arrivati addirittura due: alla faccia della preoccupazione che aveva pervaso la vigilia dopo il brutto infortunio occorso a Osvaldo, attuale capocannoniere della Roma. Non che l'assenza dell'oriundo giallorosso non si sia sentita (soprattutto in avvio di gara), ma una volta ritrovato il passo, smaltita qualche tossina natalizia di troppo, la Roma è tornata a giocare il suo calcio superando una brutta bestia come il Chievo di Di Carlo (pericolosa solo nelle ripartenze) che aveva messo sotto nell'ultima del 2011, sempre all'Olimpico, la sponda biancoceleste del Tevere. Così duecentotrentuno giorni dopo capitan Totti torna a segnare in campionato e sale a quota 209 reti in serie A mettendo la sua firma sul primo successo dell'anno della Roma: una squadra che già in coda al 2011 si era ripresa d'autorità sul campo. È lui l'uomo nuovo dei giallorossi, un leader che corre e distribuisce gioco in mezzo al campo e che se ritrova con costanza la via del gol può fare la differenza nel campionato della Roma. L'altro uomo del giorno è Daniele De Rossi che dimostra sul campo di non soffrire la pressione di un rinnovo contrattuale per nulla semplice e che continua comunque a tenere sotto scacco la piazza capitolina. Luis Enrique ha la certezza che Daniele resterà a Roma e forse la standing ovation, che lo ha salutato al momento del cambio ieri, avrà spostato qualcosa nel futuro del campione del mondo che fa gola a tutte le big d'Europa. «Ho chiarissimo in testa cosa sarà del mio futuro» ha detto a caldo a fine gara e la sensazione netta è che la sua scelta sia ancora la maglia giallorossa: la sua città. Altro promosso della prima di campionato del 2012 è Luis Enrique: un allenatore che una parte della piazza aveva ferocemente criticato al grido di «ridatece Ranieri!». Lui ha sempre fatto e continua a fare spallucce, a raccogliere riscontri e successi (per la prima volta in questa stagione la Roma ha vinto tre gare consecutive) e soprattutto sembra aver finalmente trovato la quadratura del cerchio. Il turn-over pazzo di inizio stagione è ormai un lontano ricordo, Luis Enrique ha trovato la sua Roma e attorno a questo «blocco forte», continuerà a far ruotare i cambi necessari per rimanere al top. Il resto sono conferme più o meno scontate con Juan che sembra aver smaltito i problemi fisici del passato ed è ancora una volta il migliore in difesa. Con Pjanic sempre determinante in mezzo al campo e un Bojan ritrovato che non segna ma rimedia un rigore e, senza Russo (sì, proprio quello di Brescia...) uno dei fischietti più scarsi d'Italia, ne avrebbe meritati almeno altri due. Devastanti le sue accelerazioni, come quelle di Lamela che non gioca tutta la partita allo stesso livello, ma si procura il fallo che porterà al vantaggio: e ogni volta che ha la palla tra i piedi prova ad inventare. Se a questo aggiungete un Simplicio confermato a centrocampo per la sua solidità e un Taddei comunque ancora all'altezza, il gioco è fatto. Luis Enrique si sfrega le mani, il popolo romanista si lecca i baffi perché ha la sensazione netta che questa Roma in futuro farà divertire. Intanto si ritrova sesta in classifica, a 2 punti dall'Inter, a 3 dalla Lazio quarta. Insomma il campionato è lungo e il bello per Totti & Co. inizia adesso.