Alla ripresa le prime non perdono un colpo
Allespalle della zona Champions, ora purtroppo ridimensionata, la posizione della Lazio umiliata a Siena è insidiata dall'Inter in autorevole rincorsa, ma anche dalla Roma, che ha trovato un Olimpico da grandi occasioni per festeggiare la terza vittoria consecutiva. Partita godibile, giocata con ammirevole serenità, lo stesso stato d'animo che aveva segnato la felice era Spalletti, ma anche lo stesso che distingue gli atteggiamenti di tecnico, giocatori e società, anche prima e dopo gli impegni agonistici. Senza Osvaldo, era quasi predestinato a ritrovare il gol Totti, doppietta su rigore, a fargli dimenticare la parata di Buffon e l'amarezza dell'astinenza. L'arbitro era quel Russo che si era autocelebrato, a suo tempo, con l'indimenticato scempio di Brescia, ieri ha presentato la sua offerta speciale: paghi tre e prendi uno. Il povero Bojan impunemente massacrato da Cesar. La Roma gioca e si diverte, la folla l'ha giustamente gratificata con ampi consensi e soprattutto con la corale invocazione a De Rossi. Daniele ha detto di avere le idee chiare, ma di non volere incoraggiare titoli a sensazione: parole da interpretare, anche se la scelta di cuore riscuote suffragi convinti. Ora lo scomodo intralcio di metà settimana, la Coppa Italia porta a Roma la Fiorentina di Delio Rossi, carro armato a Novara con uno Jovetic fantastico. Per Gilardino esordio con la maglia del Genoa a Cagliari, ove i sardi hanno dominato in modo irridente. Dopo 43 anni il Napoli esorcizza la maledizione del Babera. Mutti, un punto in due partite, rischia: anche la proverbiale pazienza di Zamparini ha un limite. Gianfranco Giubilo