Il bilancio è positivo per le due romane
Peròsia la Lazio, sia i cuginetti, secondi per data di nascita, non possono dirsi delusi del consuntivo di bilancio. D'accordo, l'ultima esibizione degli aquilotti (Olympia, datti una mossa!) non è stata esaltante, anzi decisamente il punto più basso della stagione. Ma il tifo biancoceleste continua a vivere le sensazioni già felicemente assaporate nella stagione scorsa, rimane il contatto ravvicinato con la Champions anche se l'offerta, tre posti appena, è meno allettante rispetto al passato. Lusinghiero dunque l'esame della prima parte della stagione, inutile negare che gli impegni di Europa League qualche ruggine abbiano prodotto, si vedrà a febbraio se i tre fronti non ostacoleranno l'ambizioso cammino in campionato. La Roma ha vissuto un felicissimo dicembre, soprattutto in rapporto a un calendario che proponeva ostacoli in quache caso imponenti. Gli scettici per vocazione (o per retribuzione) si pavoneggiano nei consigli elargiti a Luis Enrique, per merito loro avviato sulla strada indicata dalla filosofia di Nereo Rocco. Certo, atteggiamento da minestraro, quello dell'asturiano che rigenera Taddei affidandogli la fascia esterna di difesa, che presenta in avanti piedi ruvidi come quelli di Totti, Osvaldo e del bambino Lamela, che a Bologna si consente il 67 per cento di possesso palla. Chi invocava cambi di rotta radicali è servito di barba e capelli, la Roma diverte e si diverte. Si discute sui vantaggi e svantaggi della sosta, penso non faccia male a una Lazio che può tirare il fiato, né tanto meno a una Roma che può perfezionare l'addestramento.