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Roma, svolta in 4 mosse

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Luis Enrique

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Finalmente Roma. Finalmente una squadra che si muove in sintonia seguendo alla perfezione o quasi lo spartito imposto dal suo direttore d'orchestra spagnolo. Luis Enrique è molto vicino alla quadratura del cerchio, ma quanto visto a Bologna ha riempito gli occhi dei tifosi romanisti che tornano a sognare in grande... anche troppo. Presto per definire nuovi obiettivi, ma c'è già la certezza che questa Roma può davvero arrivare in alto.Evidente come le cose all'interno del fortino di Trigoria siano cambiate nelle ultime settimane. Come il tecnico abbia saputo adattarsi alla nuova realtà a dispetto di quella rigidità che in molti gli avevano, forse ingiustamente, attribuito. Luis Enrique, invece, dopo le prime «legnate» rimediate sulla panchina della Roma è stato bravo a modificare il suo diktat in base al materiale tecnico che si è ritrovato per le mani. Una rivoluzione in quattro mosse che ha portato la Roma ad esprimere forse il miglior calcio del campionato e portare a casa punti «pesanti». La prima mossa vincente è stata il cambio di atteggiamento rispetto alla squadra: la cosa ha portato in breve tempo a una ritrovata unità d'intenti di un gruppo ancora in crescita ma che ora riconosce l'asturiano come suo nuovo leader. Lo riconosce e lo accetta... non lo subisce: differenza enorme rispetto al passato. Dopo le strigliate a muso duro di inizio stagione, Luis Enrique ha finalmente trovato così il giusto feeling con i suoi giocatori ai quali può chiedere sacrifici enormi in campo. Simbolici i due giorni di riposo in più concessi dal tecnico per le Feste: a Trigoria si torna a lavorare il 2 gennaio. La seconda mossa è Totti. L'asturiano ha capito che non aveva senso fare a meno di un fenomeno come il capitano, anche se le indicazioni di inizio stagione potevano sembra diverse. Con Totti in campo il tabellino di marcia della Roma è cambiato radicalmente: nelle nove partite giocate dal capitano, la Roma ha raccolto 18 punti contro i 6 punti nelle 7 gare senza di lui. Ma, classifica a parte, è palese come la squadra si muova meglio attorno al suo leader che distribuisce palloni e gioco per tutti sacrificando la sua naturale predisposizione al gol. Terza mossa azzeccata da Luis Enrique è l'aver puntato sull'usato garantito. Tutti quei giocatori che a inizio anno erano stati messi sul mercato, tagliati fuori dal gruppo (con tanto di allenamenti separati) e che si stanno invece dimostrando fondamentali per la Roma. Gente come Taddei, Simplicio ma anche giovani tipo Rosi e Greco già dati per bruciati: tutti giocatori che invece hanno avuto la capacità, ma anche la possibilità, di rimettersi in gioco e trovato un posto nel presente e forse nel futuro di questa Roma. Rosi e Greco fanno ormai parte della squadra in pianta stabile, Taddei è addirittura tra gli intoccabili, Simplicio è stato tolto dal mercato dal ds Sabatini dietro consiglio di Luis Enrique. Dulcis in fundo il quarto colpo del tecnico: l'inserimento dei nuovi acquisti. Riusciti, tutti o quasi, con qualche alto e basso per un bilancio che è comunque positivo. La Roma adesso, per fare un esempio, ha un portiere: Stekelenburg dà sicurezza all'intero reparto (e ha anche un po' di fortuna... cosa che per un portiere non è male). Heinze si è confermato un altro gran colpo (affidabilissimo), mentre tutta da verificare la stagione del giovane José Angel, rimasto piantato al box dopo un grande avvio, e di Kjaer. Da metà campo in su tutti acquisti pazzeschi. Dal metronomo Gago, al talentuoso Pjanic per finire ai due fenomeni là davanti: Osvaldo che in giallorosso si è rifatto una verginità rispetto al passato incerto in Italia. Lamela, definito da Sabatini un «maleducato del calcio», è chiaramente l'attaccante del futuro. Insomma, il buon umore di Totti è contagioso e la truppa giallorossa dopo un Natale al sole, tornerà a far sorridere i suoi tifosi: la prima stagione di Luis Enrique a Roma si potrebbe rivelare tutt'altro che transitoria.

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