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Lazio inguardabile

Lazio-Chievo Verona (Foto Gmt)

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Fischi meritati per la più brutta Lazio della stagione. Il tabù Chievo resiste (solo una vittoria in dieci gare all'Olimpico) e anzi esce con un pareggio che sta stretto alla squadra di Di Carlo. Primo tempo dominato dagli ospiti, ripresa appena meglio ma solo le parate di Bizzarri salvano la banda di Reja da una sconfitta che sarebbe stata meritata. E per fortuna che il Chievo ci crede poco nella ripresa, si accontenta del pari perché altrimenti sarebbe andata di sicuro a finire male. Il problema della partita in casa resta insuperabile e con tre vittorie in nove partite interne la Champions diventerà presto un miraggio. Squadre speculari con Hernanes e Thereau che giocano dietro agli attaccanti, Cisse e Klose da una parte, Pellissier e Paloschi dall'altra. In difesa torna Konko mentre a centrocampo c'è la novità Cana al posto di Gonzalez. Nel Chievo l'americano Bradley in cabina di regia e Jokic per l'infortunato Dramè. Alla fine sono poco più di 20.000 i coraggiosi che si presentano nel freezer delll'Olimpico per l'ultima partita del 2011. L'avvio è da brividi perché la Lazio non dà segni di vita: centrocampo svogliato, difesa inguardabile, Cisse e Klose abbandonati a loro stessi e così il Chievo fa un figurone. I giocatori di Di Carlo arrivano sempre primi sul pallone, dominano la scena e costruiscono almeno cinque nitide occasioni in mezz'ora. Al 3' traversa di Cesar dopo una carambola su angolo (decisiva la deviazione di Radu), due minuti più tardi Bizzarri comincia il suo show su conclusione di Paloschi. Solo Klose ci prova sotto misura per il resto è un monologo degli ospiti che intorno al 25' costruisconono altre due azioni con Pellissier e ancora Cesar che per poco non puniscono una difesa statica e sconclusionata. Al 35' poi Bizzarri è impeccabile dopo una fuga di Luciano che si era «bevuto» la difesa di Reja come si fa con un caffé la mattina al bar ma per fortuna dei padroni di casa arriva stanco dopo una corsa di sessanta metri e si fa ipnotizzare dal portiere laziale. Insomma, si va al riposo tra i fischi dell'Olimpico per una prestazione collettiva da dimenticare ed è solo un caso se il Chievo non raccoglie quanto avrebbe meritato sul campo. Si riprende e Reja prova subito a correre ai ripari: dentro Gonzalez al posto di un spento Hernanes e squadra sistemata con un più logico 4-4-2. Qualche miglioramento c'è ma davvero impercettibile perché la manovra non è mai fluida e il Chievo che sceglie di fare mucchio dietro non ha grandi difficoltà a chiudere le fonti del gioco biancoceleste. Ci si aggrappa a una percussione caotica di Cana oppure a un taglio abbozzato da Gonzalez per vedere qualcosa, ci si eccita per una punizione dalla trequarti ma c'è solo una grande confusione. Non basta l'ingresso di Rocchi a risvegliare la Lazio dal torpore (fuori un inguardabile Cisse), anzi è il Chievo con Thereau a sfiorare il gol ma anche stavolta è pronto Bizzarri. Di Carlo vede la Lazio alle corde e si gioca la carta Moscardelli e Sammarco. Solo Lulic con un destraccio da lontano cerca di accendere la notte dell'Olimpico perché il resto è da libro degli orrori. Nel finale c'è spazio anche per il talismano Kozak per un Konko spremuto e impreciso: tre punte e palloni lunghi per le torri biancocelesti. Non è serata, il Chievo si chiude bene e soffre un po' solo nelle mischie ma nessuno riesce a trovare la spizzata vincente. Ora il riposo, per fortuna perché la Lazio è esausta.

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