Il Natale capovolto del calcio romano

Sotto l'albero, la Capitale trova strenne di diversa consistenza. Le più belle,le più preziose, le scarta la Roma, che dopo troppi stenti trova una fase di gloria autentica. Va a Bologna e fa letteralmente strame di una delle squadre più in forma di questo periodo. Segna due gol, si porta appresso il peso di sempre, tante le occasioni mancate per un punteggio più rotondo, ma i segnali espressi contro Juve e Napoli trovano puntuale conferma. Ci sono i risultati, c'è soprattutto il gioco, produttivo oltre che spettacolare, accanto ai giovani che crescono, Lamela su tutti, la vecchia guardia si fa onore, Taddei che sblocca il risultato dopo diciassette minuti, Simplicio che sembra miracolato, un modello di continuità. Ancora in gol Osvaldo, ed è un gol di qualità, invece ha meno fortuna Totti che non riesce a segnare pur giocando ancora ad alti livelli. Gratifica Luis Enrique il sesto posto, alla pari con il Napoli, dal quale la Roma potrà ripartire al ritorno in campo, il futuro esprime promesse rosee. Che l'impresa del San Paolo non fosse dovuta a distrazioni dei rivali, lo testimoniano i sei schiaffi rifilati da Cavani e compagnia al Genoa, per una volta non fortunato. Molti più tiepidi festeggiamenti per la Lazio, per un'ora in vacanza anticipata e salvata per dai miracoli a ripetizione di Bizzarri, poi decide di svegliarsi, produce un finale di fuoco, ma la barricata di un Chievo ordinato e saggio resiste. Resta il conforto di un 4° posto molto solido. Dopo il quasi digiuno degli anticipi, lo zero a zero di Roma è un'eccezione. Valanga di gol su tutti i campi, rimonte rocambolesche, congedo con grande divertimento per tutti. Appuntamento a gennaio con due capoliste a braccetto, non occasionalmente quelle che la stagione stava chiaramente indicando come le favorite per il titolo. Sapeva bene, il Milan, che in nessun caso avrebbe potuto mantenere il primato solitario che il raid di Cagliari gli aveva regalato. Poteva affiancarlo o scavalcarlo la Juve, poteva raggiungerlo l'Udinese, il pari bianco nell'attesa sfida del pomeriggio ha confortato la prima ipotesi, alla ripresa si presenteranno alla pari sulla linea di partenza. Al Friuli è mancato lo spettacolo, del resto il risultato finale era quello più gettonato, a confronto le due migliori difese del campionato, nove gol concessi dall'Udinese, appena due di più la capolista, già gratificata per avere conservato l'imbattibilità, unica a riuscirvi nell'élite del calcio europeo. Poche concessioni all'eleganza e alle propensioni offensive, il livello dell'impegno è stato onorato soltanto dalla straordinaria intensità, pressing alto per comune vocazione, grande attenzione alla fase difensiva, pochissime le occasioni, diligenti ma non protagonisti Buffon e Handanovic, i due migliori portieri del torneo. Meglio la Juve nel primo tempo, timide le ripartenze dei friulani perché Di Natale era abbandonato a se stesso, ma le iniziative di Matri e Pepe, ben sorretti da Pirlo e Vidal non producevano sconquassi. Nella ripresa più convinte le iniziative dell'Udinese, alla fine gli innesti di Quagliarella e Del Piero da una parte, di Floro Flores dall'altra non hanno modificato la sensazione che non ci sarebbero stati vincitori. Giusto sottolineare, come ha fatto Guidolin alla fine, che l'Udinese era alla terza uscita impegnativa in sei giorni, questo spiega qualche prestazione sotto tono di giocatori altrimenti da ribalta, su tutti Asamoah. Ha lasciato giocare molto Tagliavento, pochissime e irrilevanti le sviste. Da parte del campionato, auguri e arrivederci al 2012, anche se è un futuro dietro l'angolo: due anticipi per sabato 7 gennaio, la Lazio apripista con il Siena all'Olimpico per l'«happy hour». La Roma protagonista del pomeriggio domenicale, evento raro per i giallorossi. Gioca qualche scherzo strano, la collocazione del recupero della prima giornata, magari il Chievo potrebbe essere tentato di concedersi una lunga vacanza romana, visto che dopo la sfida di ieri sera con la Lazio, alla ripresa sarà nuovamente di scena sullo stesso campo, stavolta contro l'opposta sponda capitolina. Per tutte le prime della classe, un approccio morbido, calendario comprensivo verso la schiera dei patrizi che devono smaltire, in quantità maggiore rispetto alla plebe, tortellini e golosi dessert. Con la Lazio, anticipa anche l'Inter, il Parma in notturna al Meazza, routine per la Juventus a Lecce, magari qualche apprensione in più per il Milan a Bergamo.