Una notte per tornare in alto
Diventa un felicissimo evento, proprio perché rarissimo, un turno di campionato che si esaurisce in appena due giorni, quelli del fine settimana tradizionale. E così, in omaggio appunto alla tradizione, la sfida più affascinante della domenica diventa quella che non vanta titoli particolari per la parte più nobile della classifica, quella che riguarda le posizioni più elevate. La trasferta della Roma al San Paolo di Napoli richiama storici ricordi e anche sbalzi di umore accentuati e non sempre spiegabili. Ha vissuto negli anni, il rapporto tra le due tifoserie, perfino una non breve fase di gemellaggio, che ha infine accusato i problemi comuni alle grandi passioni, quando una separazione diventa rottura lacerante, nessuna possibilità di ricucire rapporti coltivati nell'amore reciproco. A lungo sono mancati perfino i contatti diretti, la storia del Napoli segnata da cadute rovinose, la terza serie e una risalita faticosa, fino alla massima serie riconquistata con la generosa gestione di Aurelio De Laurentiis. Tutt'altra direzione aveva intrapreso la Roma, scudetti sfiorati, Coppe Italia e Supercoppa in bacheca, per poi dover a sua volta affrontare un periodo di disagi, con una società alla canna del gas e perdita di terreno anche sul piano dei risultati, non poteva confortare quel posticino in Europa League. La scala attuale dei valori privilegia dunque la formazione di Walter Mazzarri, che ha lasciato qualche punticino in campionato in omaggio alla straordinaria impresa in Champions, con la promozione guadagnata nonostante l'ostacolo di un girone di ferro. Adesso ci sarà tempo fino a febbraio inoltrato per dedicare ogni attenzione alla classifica, anche se il vertice resta lontano. Per la serata del San Paolo, problemi di formazione per la sola Roma, Gago e Pizarro indisponibili, ma anche Pjanic squalificato. Tornano Juan e Bojan, il secondo starà in panchina, il brasiliano dovrebbe consentire a De Rossi di riproporsi in centrocampo, dove altre soluzioni sembrano problematiche. Ma, dopo che il Milan ieri sera aveva determinato l'ennesimo interim in testa alla graduatoria, abbattuta la muraglia del Siena dal bomber di scorta Nocerino e dal solito Ibra, dopo un autentico assedio all'area dei toscani, il confronto di più elevato livello di questo quindicesimo turno va in scena, sempre sotto i riflettori, all'Olimpico romano. Dove l'Udinese deve difendere due punti di vantaggio rispetto alla Lazio, per non perdere terreno in quella corsa allo scudetto che per entrambe le formazioni non rappresenta più un miraggio. Promosse all'eliminazione diretta in Europa League, ma in grado di respirare fino alla ripresa di febbraio, le due squadre hanno dovuto spendere qualcosa nel turno conclusivo della fase a gironi, ma la Lazio sembra godere di più vantaggiosa situazione. Saltato con disinvoltura il modesto ostacolo delle seconde linee dello Sporting Lisbona, ha anche un giorno in più di riposo rispetto ai rivali. Che invece hanno sofferto l'aggressività del Celtic, determinato nell'onorare la tradizione guerriera della Scozia. Reja e Guidolin cominciano a uscire dal volontario cono d'ombra dietro il quale avevano celato il livello delle loro prospettive, sanno di potersela giocare alla pari con le grandi favorite, come tuttora è legittimo definire Juventus e Milan. Perduto Badu, tra l'altro in partenza per la Coppa d'Africa, il tecnico ritrova Domizzi, ma potrebbe preferirgli ancora Ferronetti, accanto a Di Natale Floro Flores. Le scelta di Reja sono meno scontate, ma le notizie dal campo lasciano intuire una destinazione in panchina per Hernanes, il profeta che di recente aveva predicato un po' a vuoto, e per Cisse. Sembra anche deciso, il tecnico, a proporre una formazione a specchio con i rivali: dunque difesa a tre, con il fondamentale recupero di Dias, tra Diakite e Radu, centrocampo a cinque con Cavanda, Gonzalez, Ledesma, Lulic e Sculli, in avanti Klose, terrore della difese, con Rocchi. Nonostante un pizzico di freschezza in più per i romani, il pronostico resta assolutamente in equilibrio. Sembrerà strano, ma si giocherà anche alla luce del sole, il pomeriggio domenicale sembra sorridere senza dubbio alla Juventus: sarà anche un derby, quello con il Novara, ma la differenza di caratura tra le due formazioni è troppo accentuata per non orientare le previsioni a senso unico, nonostante infortuni e squalifiche obblighino Conte a qualche variante che la dimensione dell'organico rende quasi elementare. Altro derby regionale a Catania, dove Mangia rischia qualcosa nonostante il sostegno verbale di Zamparini, specialista nel salto della quaglia e come tale assolutamente imprevedibile. Ricchissimo di antiche storie il confronto di Marassi tra Genoa e Bologna, suggestiva la sfida tra Cesena e Inter: due squadre confortate da recenti risultati positivi e decise e non interrompere la marcia intrapresa. Claudio Ranieri può ancora sperare in un posto in Champions.