Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Garanzia Diakitè

Il calciatore Mobido Diakitè

  • a
  • a
  • a

Ora Mobido è un gigante, davvero. La partita contro lo Sporting ha certificato il completamento della sua crescita. Del resto sulle sue doti fisiche nessuno aveva mai avuto dubbi, un ragazzone alto centovantadue centimetri per ottantotto chili di una potenza straordinaria, mancava però la concentrazione o meglio si assisteva spesso a qualche errore di troppo figlio di un po' di presunzione. Da un mese, invece, seppure con qualche sbavatura (anche l'altra sera ha pensato di poter battere fisicamente un avversario agile e veloce che gli è scappato via nel primo tempo), sta cominciando ad avere una continuità di rendimento che lo ha fatto diventare una colonna della difesa di Reja. Rimane qualche problema sul fuorigioco, a volte sale in ritardo, non riesce a leggere in anticipo i movimenti degli attaccanti avversari ma purtroppo non c'è Dias ad aiutarlo a migliorare visto il lungo infortunio dell'esperto centrale brasiliano. Comunque, se aggiungiamo il passaggio, degno di Hernanes, per il raddoppio di Sculli (tocco filtrante dopo essersi fatto cinquanta metri di campo con la palla al piede), è evidente come ormai il difensore francese ma con passaporto del Mali, abbia compiuto finalmente dimostrato il suo reale valore. Dai microfoni di LazioStyleRadio racconta l'emozione per una qualificazione in Europa League che sembrava ormai sfuggita: «Credevamo tanto nella vittoria dello Zurigo. Per fortuna loro alla fine hanno battuto i rumeni del Vaslui facendoci un favore: li ringraziamo. Abbiamo sbagliato all'inizio, in queste competizioni devi partire bene, devi fare punti nelle prime partite. Se non ci riesci, poi trovi difficoltà nelle gare successive. Adesso è meglio affrontare un top club, può nascere una grande sfida cercando di dare il massimo per andare il più avanti possibile. Noi crediamo molto in questa avventura europea». Sul campionato ha le idee chiare. Meglio evitare voli pindarici, bisogna puntare sull'obiettivo Champions sfuggito la passata stagione solo per differenza reti: «Lo scudetton non ci appartiene, ci sono squadre più forti. Noi cercheremo di fare il meglio e alla fine dell'anno faremo i conti». A proposito domenica all'Olimpico si presenta proprio la squadra che ha sfilato il posto alla Lazio nell'Europa che conta. E Diakitè non ha dimenticato: «L'Udinese è una grande squadra ma l'affronteremo come sempre senza paura e con voglia di vincere». L'altro grande problema, oltre alla concentrazione in alcuni frangenti decisivi delle partite, è quello relativo agli infortuni che hanno bloccato spesso il suo inserimento definitivo in prima squadra. Per fortuna in questa stagione sta andando tutto bene (già sedici presenze che rispetto alle dieci complessive dell'anno scorso sono già un successo) e Mobido sta sfruttando tutte le chance che Reja gli sta concedendo. Non nega che la sua crescita è dovuta soprattutto ai consigli dei suoi compagni di reparto: «Ho avuto fortuna di avere più spazio quest'anno. Ho giocato con più continuità e mi sta aiutando molto l'esperienza di Biava e Dias, con loro al mio fianco è tutto più facile. Cisse? Per lui il gol è tutto, ma dobbiamo ricordarci che a Lecce ci ha fatto vincere la partita quando ha fatto l'assist per Klose. Deve stare sereno, il gol poi arriverà, è un grande campione». Infine Diakitè lancia un messaggio alla società visto che il suo contratto scade nel 2013 quando il giocatore avrà soltanto 27 anni. Già alcuni grandi club hanno mostrato interesse (Arsenal e Juventus, ndr) ma lui non nasconde quale sia il suo desiderio: «Spero di poter finire la mia carriera nella Lazio». Per adesso non c'è aria di rinnovo ma Lotito e Tare devono cominciare a fare i primi passi per evitare di ritrovarsi a giugno con minore potere contrattuale. A dodici mesi dalla scadenza il centrale francese diventerebbe un boccone prelibato per le società più importanti. E le ultime prestazioni sotto un certo aspetto non agevolano la trattativa che non si annuncia per nulla semplice.

Dai blog