Blardone vince lo slalom gigante di Coppa del mondo
«L'avevo detto che oggi sarei sceso in pista per vincere. E così è successo. È stata una gara durissima e meravigliosa. Dedico questa vittoria alla mia compagna Simona che ad aprile mi renderà papà»: tocca al piemontese Max Blardone portare finalmente all'Italia la prima vittoria stagionale. Ed è successo nel gigante sulla Gran Risa dell'Alta Badia, la difficile pista sulle nevi di casa che esalta gli italiani che qui hanno collezionato successi su successi. Per Blardone - classe 1979 - è il sesto successo in carriera ed il terzo in Alta Badia dopo quelli del dicembre 2005 e del 2009. Anzi, la vittoria del 2005 era proprio una domenica 18 dicembre come oggi. Sesto dopo la prima manche affrontata con il pettorale 19, Max ha costruito il successo proprio nella prima discesa. Il tracciato era stato papà Kostelic, con le solite porte molto angolate e, di conseguenza, con pista che nelle curve si segnava inevitabilmente dopo i primi passaggi. Ma Blardone, solitamente aggressivo, ha sciato egualmente con grinta ma pure con leggerezza. Dentro di sè aveva una gran voglia di far bene: per un decennio il piemontese è sempre stato tra i primissimi in questa disciplina avendo come unica vera e sconfortante lacuna i grandi appuntamenti di mondiali ed olimpiadi dove è sempre stato un flop, forse per troppa emotività. Ma in coppa del mondo invece è sempre stato uno da battere: oltre alle vittorie, sinora Blardone ha infatti collezionato anche altri 15 podi ed una sfilza di piazzamenti. Carattere tosto, Max per certi periodi ha cercato anche di far da solo, nel senso di costruire artigianalmente attorno a sè una piccola squadra. Gli è stato consentito per un breve periodo ma senza risultati eclatanti. Poi, nella passata stagione, come per il resto degli italiani, c'è stato in gigante una sorta di calo con gli azzurri spariti tra i migliori 15 della coppa del mondo, relegati quasi tra le comparse: una umiliazione. L'inizio di questa stagione, partendo con pettorali più alti del solito, non è stato facile. Come non lo era stamani sulla Gran Risa: il 19 di Max Blardone non era davvero un pettorale da invidiare su un tracciato che inevitabilmente, soprattutto nelle curve, si segnava facendo vibrare e ballare gli sci con conseguenti rallentamenti. La prima manche aveva visto in testa la solita coppia dei dominatori stagionali: l'americano Ted Ligety e l'austriaco Marcel Hirscher. Terzo l'intramontabile Aksel Svindal, norvegese doc. Pareva una gara segnata. Ma nella seconda manche gli azzurri hanno tirato fuori gli attributi. Lo si è capito subito con la discesa di Davide Simoncelli (compagno di squadra ma certo non amico di Max) e Giovanni Borsotti, rispettivamente 29/o e 28/o dopo la prima manche. I due hanno sfruttato al massimo la pista ancora pulita risalendo quasi una ventina di posizioni. Ma il capolavoro - mentre i rivali si perdevano sul fondo tormentato della Gran Risa - l'ha fatto Max Blardone volando veloce, aggressivo e contemporaneamente leggero nonostante sotto gli sci la neve fosse proibitiva. Poi, tagliato il traguardo e capito subito che aveva fatto una vera impresa, con uno dei bastoni da sci ha colpito ripetutamente la neve urlando tutta la sua gioia. Max Blardone è tornato. l'Italia pure. L'Italia del resto - mentre quella donne a deluso nello speciale di Courchevel, vinto dalla solita austriaca Marlies Schild, con la sola Nicole Gius ultima in classifica - è attesa alla conferma domani con lo slalom speciale di Alta Badia. È la gara per Cristian Deville,secondo posto una settimana fa negli Usa, e per Giuliano Razzoli che proprio oggi ha festeggiato i suoi 27 anni.