La sfida degli amici
Vatti a fidare dell'amico Gigi. Uno promette di non fargli mai il cucchiaio e lui ti ripaga parando un rigore. La storia da libro Cuore di questo Roma-Juve finito così, con un bicchiere che per alcuni è mezzo vuoto e per altri è mezzo pieno, si svolge tutta nel lasso di un minuto: la Juve ha appena pareggiato, la Roma rimette la palla al centro, Vidal fa lìennesimo disastro della serata e mette giù Lamela, rigore. Mica un rigore come tutti gli altri perché chi lo deve tirare si chiama Francesco Totti e chi lo deve parare si chiama Gigi Buffon. Due che definire amici è dire poco, che si vogliono bene, che ne hanno passate di belle e di brutte in Nazionale, che si sentono spesso e che non hanno mai nascosto che gli sarebbe tanto piaciuto ritrovarsi non solo compagni di maglia azzurra ma anche di squadra di club. Adesso, però, sono faccia a faccia e il resto conta poco: Gigi sa che Francesco non gli farà mai il cucchiaio e decide di buttarsi sulla sua destra, Francesco sa che non può fare il cucchiaio a Gigi e decidere di tirare sulla sua sinistra. Il risultato è che Buffon para il rigore di Totti, la Juve si salva e la Roma si accontenta di un pari. Uno a uno: Gigi e Francesco amici come prima. Anche perché di rigori Totti a Buffon ne ha segnato qualcuno, come è già successo in un Parma-Roma del 4 febbraio 2001 che Buffon parasse un rigore a Totti. In fondo, sono cose che succedono. Così come è successo a Daniele De Rossi, l'eroe positivo del lunedì sera romanista, di giocare da difensore centrale e segnare: «Heinze e tutti gli altri mi hanno aiutato tanto, ma io mi sono divertito e trovato molto bene. Mi piacerebbe molto farlo anche in futuro, è un ruolo che ti responsabilizza molto. Qualcuno dice che si può fare a fine carriera, ma in una squadra come la nostra è anche una posizione che ti diverte, perchè ti permette di giocare palla a terra». L'analisi di De Rossi sulla partita è comunque positiva: «Una gara bellissima per intensità e impegno, un pareggio giusto. Noi l'abbiamo preparata benissima, merito soprattutto di Luis Enrique. Non subire la Juve è difficile, ma noi ci siamo riusciti. E siamo stati anche molto bravi a limitare un fuoriclasse come Pirlo. Siamo consapevoli di aver fatto una buona partita contro una squadra fortissima e in continuo miglioramento. Ma anche noi stiamo migliorando, anche se finora la sfortuna ci ha girato contro. Non dobbiamo analizziamo la classifica, analizziamo la prestazione e i nostri progressi». Pensierino finale su Viviani: «Ho visto tanti giovani esordire, lo reputo il più bravo che è passato da noi. È il più pronto, ci punterei molto e deve solamente stare tranquillo. A me piace molto, Federico è uno bravo davvero».