Luis Enrique: "Dimissioni? Mai dire mai"

Un allenatore che non esclude le dimissioni. È questo Luis Enrique, alla vigilia della sfida contro la Juventus che potrebbe segnare il suo futuro sulla panchina della Roma. Il tecnico spagnolo, infatti, sa bene che un'altra sconfitta minerebbe in maniera quasi definitiva il progetto cominciato in estate nella Capitale. "Se penso alle dimissioni? Che il mio staff e io lavoriamo bene è sicuro. Ma nel calcio, lo sanno tutti, sono i risultati che contano - le parole dell'asturiano nella conferenza di Trigoria - Non si sa mai quello che succederà, quindi mai dire mai". Per la prima volta, Luis Enrique non allontana l'idea di un addio anticipato. Anche perché "le regole del calcio sono queste: è normale che quando le cose non vanno bene, si cerca sempre il colpevole. E ho sempre detto che quando la mia squadra non va, sono io il massimo responsabile". "Una sconfitta contro la Juventus ci farebbe sprofondare? Se deve succedere, succederà. Quello che non posso controllare o prevedere non mi preoccupa - spiega Lucho - Continuo a pensare di essere sulla strada giusta, ho la fortuna di poter contare sulla fiducia della società e vedo che i giocatori credono in quello che dico. Poi è ovvio che dobbiamo migliorare. Non so cosa succederà, vediamo..."  Domani sera all'Olimpico Luis Enrique si giocherà una bella fetta di credibilità contro una squadra, quella bianconera, capolista e imbattuta. "Considero questa partita la più difficile sinora della mia gestione perché a Juventus è una squadra fortissima - ammette l'allenatore giallorosso - Ha tantissime possibilità di vincere il campionato e, col Milan, la vedo a un livello sopra tutte le altre". Compresa la Roma. "Ma scenderemo in campo senza paura - sottolinea - Per battere una squadra che in 13 partite ne ha vinte 8 e pareggiate 5, o mostriamo la nostra migliore versione o sarà difficile. Per noi deve essere uno stimolo avere la possibilità di battere la Juventus, ancora non l'ha fatto nessuno". Certo, le tante defezioni con cui dovrà fare i conti Luis Enrique (Juan, Gago e Bojan squalificati, Burdisso, Kjaer, Pizarro, Borini indisponibili, Cassetti in dubbio fino all'ultimo e Lamela alle prese con un disturbo gastrointestinale) non agevoleranno il compito. "Ma non cerco scuse per le assenze che avremo. In campo andrà la Roma, quella vera - ribatte Luis Enrique -. Viviani? Può aiutare la squadra. Calcisticamente è pronto, senza alcun dubbio. Sono sicuro che se giocherà sarà all'altezza della situazione". E l'utilizzo del giovane Primavera a centrocampo è molto probabile visto che De Rossi, causa emergenza, dovrà arretrare sulla linea difensiva. Linea che dovrà stare molto attenta poichè per Luis Enrique inciderà alla fine sul risultato finale. "Vincerà chi farà la fase difensiva migliore, chi saprà gestire il non possesso palla, perché nel calcio moderno se non lo fai sei morto - l'idea dello spagnolo - La Juventus ha una fase difensiva incredibile e una offensiva velocissima. E Conte è un allenatore bravissimo, che ha fatto capire ai suoi giocatori che per poter vincere devono lottare in undici. Vedo un gruppo in tutti i termini, e poi hanno Pirlo che da solo fa girare la squadra". Compito che nella Roma per anni è toccato a Totti, che fino a domani non saprà se tornerà ad indossare una maglia da titolare. Stesso discorso per Borriello. "Ma sono stanco di sentirmi chiedere se gioca quello o quell'altro - conclude Luis Enrique - È sempre una decisione tecnica perché penso prima di tutto alla squadra".