Giada Oricchio Il Napoli è tra le magnifiche sedici di Champions.
Nessunitaliano aveva finora espugnato il Madrigal, quanta strada dallo scorso febbraio! Una vittoria maturata nel secondo tempo. Nel pre partita De Laurentiis non ha resistito alla tentazione di rinfocolare la polemica a distanza con Mancini sugli «incentivi» al Villarreal. E a leggere la formazione senza big del Bayern contro il City qualche cattivo pensiero sembra lecito. Ma il Napoli ha in mano il suo destino e può contare su tutti i titolari. Sull'out di sinistra, Zuniga per Dossena. Tante assenze nel Villarreal ma ci sono Nilmar e Zapata e soprattutto Ruben che nel primo tempo gode di praterie libere: prima colpisce il palo esterno, poi va in gol, annullato per fuorigioco evidente. Ostico il Madrigal per le italiane, campo su cui il Napoli soffre, vuoi per la responsabilità che taglia le gambe, vuoi per il poco pressing sul portatore di palla in un Villarreal spavaldo. Centrocampo partenopeo quasi fisso con Inler e Gargano deludenti, ai quali si aggiungono Cavani avulso dal gioco e Lavezzi ingabbiato. Ma soprattutto a destare l'ira di Mazzarri è il ritmo blando e contratto dei suoi che lasciano agli avversari il possesso palla. La prima e colossale opportunità è per Zuniga. Bastano infatti lampi di velocità degli azzurri per capire quanto sia perforabile la retroguardia spagnola, eppure manca l'intensità, la fame di chi vuole a tutti i costi passare. Al 40' è Hamsik a provarci di esterno sinistro, ma la palla è alta sopra la traversa. L'unico a provarci con maggior convinzione è Campagnaro. Si va a riposo sullo 0-0 e nella ripresa il pallino è sempre in mano ai padroni di casa che sfiorano l'incredibile vantaggio con Perez che supera Gargano. Ma De Sanctis salva le speranze di tutti. Finalmente Lavezzi si sveglia e semina scompiglio. Al 3' è il Pocho a battere la punizione che si procura Zuniga messo giù da Perez che avrebbe meritato il secondo giallo, ma l'arbitro, decisamente casalingo, lascia correre. E poco dopo smentisce il suo guardalinee che aveva concesso un angolo a favore del Napoli. La partita si surriscalda grazie a Moen gran protagonista. Il fischietto norvegese è inflessibile nell'espellere Mazzarri. Il tecnico sbaglia a allontanare Angel davanti alla panchina, ma l'arbitro lo aveva puntato fin dal primo tempo per le proteste. Anche il quarto uomo si accanisce con la panchina del Napoli, mentre la squadra prova ad accelerare e ci prova con Hamsik e Lavezzi. A sbloccare la partita è un eurogol di Inler, il primo in Champions: un sinistro da fuori area che lascia di sasso Diego Lopez. Il Napoli preme per il raddoppio, ma il portiere spagnolo si supera su una girata al volo del Pocho. Allora gli uomini di Mazzarri, vero artefice del miracolo napoletano, cercano il possesso palla pronti ad affondare al momento giusto. Che arriva al 32' con il raddoppio di Hamsik che a pochi passi dalla porta spinge in rete il corner di Lavezzi ancora una volta leader. Lo slovacco, che ha messo lo zampino anche nella prima rete, ha lasciato il segno al Madrigal. Emblematico il suo sorriso in panchina dopo la sostituzione con Dzemaili che va a puntellare la mediana. Tocca anche a Pandev per un Cavani in chiaroscuro. Poi Moen si rende ancora protagonista ammonendo Campagnaro al posto di Aronica venuto a contatto con Angel e la gara si incattivisce con tanto di manata di Gonzalo ai danni proprio di Aronica. Ciliegina sulla torta: la strepitosa parata di De Sanctis nel finale. Napoli più forte di tutto e di tutti. Il sogno continua.