Roma, il giorno della verità
Il futuro si decide di prima mattina. Oggi, come sua abitudine, Luis Enrique si presenterà a Trigoria molto presto. Ad attenderlo Baldini e Sabatini, per provare a rimettere insieme i cocci di una Roma in crisi. Il tecnico non ha mai pensato ad abbandonare la nave e i dirigenti si aspettano che oggi ribadirà la sua voglia di restare al timone. A loro volta, sono pronti a confermargli la piena fiducia, dettando però delle nuove condizioni: «Aiutaci ad aiutarti» il messaggio che verrà diretto a Luis Enrique dopo i contatti telefonici di ieri. Come? Smussando qualche angolo del suo carattere duro che lo ha portato ad allontanarsi dalla squadra. Per pareggiare la bilancia, sull'altro piatto la società sottoporrà all'allenatore un nuovo piano di mercato, con l'avallo dei proprietari americani. I risultati negativi (7 sconfitte su 15 partite, 5 punti in meno dello scorso anno e fuori dall'Europa League) e l'infortunio di Burdisso hanno convinto i dirigenti che c'è bisogno di intervenire subito, stanziando nuove risorse per gli acquisti: per questo le cifre della ricapitalizzazione prevista a febbraio potrebbero aumentare. Sabatini vuole acquistare almeno due difensori e un centrocampista di «sostanza». Basterà a restituire convinzione e stimoli a Luis Enrique? La chiave di tutto sarà nella reazione del tecnico, sempre più abbattuto, deluso e sfiduciato. La Roma di Firenze è quanto di più lontano dalla «sua» squadra. Slegata, nervosa, brava solo a fare il compitino. E guidata da un tecnico altrettanto confuso. Ma per lui questa situazione deprimente ha cause ben definite che nei giorni scorsi ha riportato con forza alla società. Non è contento degli allenamenti, soltanto 5 o 6 giocatori lo soddisfano nel lavoro quotidiano mentre molti altri, compresa gran parte della «vecchia guardia», mostra chiari segnali di rigetto. Anche fuori dal campo: tanto per fare un esempio, non ha gradito la cena della squadra post-scazzottata Osvaldo-Lamela che si è protratta fino a tardi. Così come non gli è piaciuto apprendere della delusione di Totti per l'esclusione di Firenze quando, a suo dire, il capitano sapeva benissimo di non essere in condizione di giocare. Domenica scorsa l'allenatore si è sentito abbandonato anche dai «suoi», Gago e Bojan, come aveva fatto Osvaldo a Udine dopo il fischio finale. Conclusa la riunione mattutina, nel pomeriggio arriverà il confronto con la squadra: sarà l'altro momento topico della «calda» giornata di Trigoria, visto che pure i giocatori sono intenzionati a fare delle richieste allo spagnolo. Vogliono conoscere prima la formazione (anche fra di loro si divertono a scommettere sull'undici) e alcuni non se la sentono più di essere schierati fuori ruolo. Ieri calma piatta. Luis Enrique non c'era, DiBenedetto ha pranzato con Sabatini e Fenucci ma il presidente si tiene ben distante da decisioni che riguardano la sfera tecnica.