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Roma Bivio ad alta tensione

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Luis Enrique sulla panchina della Roma

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Sarà stato per quella capriola di Klose messa come prima immagine di calcio nella clip di presentazione dell'accordo firmato dalla Roma con Getty Images. O forse per la sindrome di accerchiamento che sembra contagiare tutti i tecnici che stazionano sulla panchina giallorossa, o magari più semplicemente perché la sua Roma che sembrava prender corpo si è dissolta come neve al sole a Udine. Fatto sta che ieri a Trigoria Luis Enrique (Luigi Enrico per i tifosi o Zichichi per la squadra), è apparso abbastanza nervoso, irritato... o meglio, irritabile. Eppure, visti i risultati ottenuti finora dalla sua nuova creatura non si può certo lamentare di come la piazza (compresa la stampa) lo ha trattato finora. Detto questo il tecnico asturiano continua ad andar dritto per la sua strada, con la società saldamente alle spalle: e ci mancherebbe altro dopo sole dodici partite di campionato giocate. Osvaldo resta a casa (giustamente) dopo una settimana di pizze, multe, cene riparatrici, tapiri e mugugni; De Rossi, il giocatore più rappresentativo per il futuro, tra ventisette giorni può trattare il suo contratto con chiunque e il suo dg ha appena detto, in un'intervista splendida al Corriere dello Sport, che può restare... ma anche no. E Luis Enrique si lamenta se la prima domanda sulla partita contro la Fiorentina in programma oggi al Franchi, arriva dopo venti minuti di conferenza stampa!? Mah... Ora, il problema dei giornalisti sarà anche quello di indovinare, senza successo, la formazione della nuova Roma con targa asturiana («Voi che sapete tanto di calcio non avete azzeccato, mi hanno detto, neanche una formazione» dice quasi con soddisfazione), ma quello del tecnico dovrebbe essere di mandare in campo una squadra in grado vincere le partite: e anche lui di successo finora non ne ha avuto granché (5 sconfitte, 5 vittorie e 2 pareggi). Resta invariata la stima nel tecnico e nel progetto che la piazza sembra aver sposato appieno (altrimenti il panettone Luis Enrique lo avrebbe mangiato giù per le ramblas), ma ognuno a questo gioco deve svolgere il suo ruolo: l'allenatore faccia l'allenatore, i tifosi facciano i tifosi e i giornalisti, malgrado Zichichi, continueranno a fare il loro lavoro che magari a volte può apparire anche antipatico. Ma intanto la Roma da ieri pomeriggio è a Firenze dove oggi si concretizzerà il primo vero crocevia stagionale: perdere in questo momento sarebbe deleterio per tutti. Proprio contro una Fiorentina in crisi che Delio Rossi (bestia nera della Roma) sta cercando di rimettere in piedi. «Loro sono in una situazione più difficile della nostra - spiega Luis Enrique - anche se hanno un obiettivo diverso, minore. Hanno cambiato allenatore, ci sono infortunati ma ho visto la Fiorentina e mi piace. È un posto che mi ritorna nel pensiero di quando ho giocato lì, credo sarà una bella partita e noi faremo come sempre la nostra proposta. Sono in difficoltà? Io guardo la rosa, con Jovetic, Gilardino, Cerci che anche se infortunato però è in ritiro. Ho capito che Rossi è bravo, non sarà facile come sempre, non siamo una squadra che può giocare ad un'intensità normale. O andiamo al cento per cento o sarà difficilissimo». Ma va...!?

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