Londra all'ultimo respiro
Ilproblema è che quel set, che a parità di punti varrebbe il sorpasso sul Brasile, lo devono perdere proprio i verdeoro, oggi contro il Giappone. Operazione utile solo nel caso in cui gli azzurri riescano a imporsi 3-0 nei confronti dell'Iran del maestro Velasco (Sky Sport 2 ore 7). Perché la classifica vede Brasile e Italia a 21 punti, con uguale numero di vittorie, ma con un rapporto set di 26 vinti e 14 persi per i sudamericani e di 25 vinti e 14 persi per gli azzurri. Questo, in sostanza, il verdetto della penultima giornata di World cup. Un turno in cui, nel monumentale Yoyogi national stadium di Tokyo, i ragazzi di Mauro Berruto fanno il proprio battendo il Giappone per 3-0, ma la quelli di Bernardo Rezende superano la Polonia al tie break. I biancorossi di Anastasi, danno adito alle nostre speranze, andando avanti 2-0. Ma conquistata la qualificazione a livello matematico, intorno alla metà del terzo set, staccano la spina, lasciando spazio alla rimonta avversaria. Dunque, le nostre speranze sono affidate all'orgoglio e alla volontà del Giappone di stupire i dodicimila rumorosissimi tifosi che sicuramente, questa mattina (Sky Sport 2 ore 10.20), riempiranno il palazzo dello sport Yoyogi. Un Giappone che l'Italia supera in maniera netta quanto faticosa. Entrare in campo con l'obbligo di vincere 3-0, e con lo spettro che potrebbe anche non servire a nulla, non è la migliore condizione possibile. Anche perché la sconfitta patita contro la Polonia, in quella che doveva essere la partita delle partite, non può essere stata metabolizzata in una sola notte. L'impresa, alla fine, riesce. Perché questa Nazionale non è una squadra perfetta, come ripete Ivan Zaytsev, ma è una squadra. Mentalmente solida, con dei grandi mezzi tecnico-tattici, e che non molla mai. A inizio gara, la sensazione di aver sprecato un'occasione, la difficoltà di capire come il giorno prima sia potuto capitare un black out così totale e una stanchezza che comincia a presentare un conto salato rendono la testa di Savani e compagni piena di pensieri. Ansie così pesanti da annullare il vantaggio tecnico sui padroni di casa. I giapponesi sembrano in dieci in campo, in attacco trovano traiettorie impossibili, difendono come da tradizione, e murano come fossero la Russia. Alla lunga, e se pur senza la continuità dei giorni scorsi, il gioco azzurro viene fuori. Parodi, entrato su Savani, sistema la ricezione, Lasko e Fei mettono palla a terra con continuità, e il Giappone ci omaggia con un congruo numero di errori. Insomma, torna la pazienza, tornano attacco e muro e arriva la vittoria. A fine gara è Alessandro Fei, premiato come Mvp dell'incontro, a fare l'analisi della situazione: «Per quel che mi riguarda le cose stanno andando bene, mi sono riabituato al vecchio ruolo di centrale. Oggi era importante vincere 3-0, abbiamo sofferto nel secondo set, ma ce l'abbiamo fatta. Domani (oggi per chi legge) c'è l'ultima giornata, noi dovremo vincere ancora per 3-0 con l'Iran, che è una buona squadra, poi vedremo cosa farà il Brasile col Giappone». Ma l'ultima parola spetta a Simone Parodi. Il martello della Lube Banca Marche Macerata non ha dubbi: «Noi ci crediamo».