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Il caso Cisse scuote la Lazio

Cisse

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Nel treno di vertice in campionato, ancora in corsa - seppure solo con una speranziella - in Europa League. Eppure, nonostante il bilancio non sia sconfortante, l'aria che si respira a Formello è pesante. Il pareggio col Vaslui ha lasciato dietro di sé strascichi polemici non solo per quello che è successo in campo, ma anche per quanto accaduto pochi minuti dopo, negli spogliatoi dello stadio di Piatra Neamt. Djibril Cisse, fresco di doccia, prende il Blackberry e rovescia su Twitter tutta la sua rabbia: «Per tutti voi fottuti che parlate a vanvera io vi dico solo che vi rimangerete queste parole, branco di idioti». Non male per uno che, appena qualche giorno prima, aveva spiegato di «fottersene» delle critiche. La sfuriata non poteva passare inosservata, così nelle 24 ore successive la Capitale biancoceleste si è divisa tra i pochi inossidabili difensori del francese e i molti tifosi che invece si sono sentiti offesi dalle parole di un calciatore accolto a Fiumicino come un messia. C'è chi tralascia l'aspetto extracalcistico per attaccare semplicemente le prestazioni del francese, chi invita a non idolatrare troppo i singoli giocatori per evitare di rimanere delusi. Il senso comune delle discussioni sui forum biancocelesti è comunque lo stesso: se Cisse avesse messo in campo la stessa grinta sfoderata sui social network probabilmente nessuno lo avrebbe criticato. Neanche in società il suo ennesimo sfogo è piaciuto più di tanto, anche se si cerca di ridimensionare l'accaduto. «Meglio un giocatore che reagisce con rabbia alle difficoltà - il messaggio veicolato da Formello - di un altro che accetta passivamente il momento difficile senza cercare di rialzarsi». Si sottolinea poi l'ultimo passaggio del messaggio del francese: «Per i miei veri supporter io tornerò a segnare presto, lo prometto».   Cisse non ce l'ha con nessuno - allenatore, compagni o tifosi - ma solo con se stesso, e non vede l'ora di sbloccarsi. Anche in virtù di questo la società non intende multare il giocatore - benché il regolamento vieti, tranne in alcune occasioni, di lasciarsi andare a commenti «tecnici» sui social network - e si augura che il giocatore trovi dentro di sé la forza per uscire dal momento negativo. Fatto sta che l'attesa sta diventando lunghissima - quindici partite, oltre due mesi e mezzo senza gol - e la Lazio oggi più che mai ha bisogno di qualcuno che riesca a metterla dentro. Nelle ultime 5 gare sono arrivati solo due gol, i biancocelesti non segnano da Lazio-Parma 1-0 del 6 novembre. Una gara in cui già si era palesata più di una difficoltà sottoporta. Lunedì si torna in campo contro il Novara: una partita diventata a questo punto decisiva per respingere qualsiasi ombra di crisi. Bisogna vincere, cosa riuscita raramente tra le mura amiche quest'anno, e Reja deve decidere se dare l'ennesima chance al francese o affidarsi a un Rocchi che, in questo momento, appare più in palla. Oggi le prime prove tattiche, ma il veneziano è favorito.

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