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Addio a Tokyo in una notte di speranza

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Èl'ultima notte della World Cup 2011, colma di pensieri ed emozioni, ed è una notte per persone speciali. Si dice che la notte porti consiglio, ma, in questi casi, c'è ben poco da fare, non abbiamo bisogno di consigli, né di nulla. Ora, meglio, oramai, viviamo la notte. Perché è così che ci si sente vivi, nel silenzio della stanza. Luce soffusa all'interno, luce al neon senza una fine fuori dalla finestra. Se dovessi proprio trovare qualcosa che manca in queste ore semibuie è il rumore del mare, ci starebbe proprio bene la voce eterna del mare, a cullare le nostre sensazioni. Tra qualche ora sarà alba, ad incominciare un lungo giorno in cui tutto finirà, e sarà bellissimo, comunque vada. Perché comunque vada a finire quest'avventura, noi saremo qui, a sentire ciò che il cuore avrà da dirci. Abbiamo dato tutto, siamo al limite di ogni senso, ed il limite che sfioriamo con mano ci farà provare cose che quotidianamente non si potranno mai assaporare. Perché qui si impara ad assaporare, non soltanto la facilità delle belle cose, ma anche, e soprattutto, le delusioni più amare. E spesso, ti accorgi che certi sapori sanno cambiare gli uomini. Tra 18 ore saremo diversi ma sempre e comunque la squadra che siamo, non migliori o peggiori, semplicemente diversi e qualcosa di grande accadrà aprendosi un varco nella nostra anima. E ci entrerà con una forza tale da non poter essere descritta. *schiacciatore azzurro della MRoma Volley

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