La Juventus non "muore" mai

Benvenuti sulla giostra Mazzarri-Conte. Temperamento e cinismo della Juventus e bel gioco del Napoli per il 3-3 spettacolare ma ingiusto, immeritato. I padroni di casa hanno dominato: due volte in doppio vantaggio e alla fine riacciuffati. Una serata amarissima per i napoletani nonostante i due gol di Pandev e quello di Hamsik. Più dolce per i torinesi che si rimettono in carreggiata con Matri, Estigarribia e Pepe. Si parte con un pre-gara infuocato: sassaiola di pseudo tifosi contro il pullman della Juventus, sfottò dello stadio con «O' sole mio» per replicare alle polemiche torinesi sul precedente rinvio e voci insistenti di un Pandev sempre più indisciplinato nello spogliatoio. Ma è con il macedone che Mazzarri argina l'assenza pesante del Matador Cavani ancora dolorante per un taglio alla caviglia. Niente punta centrale ma Lavezzi a spaccare la partita e a supporto, Hamsik e Pandev, mentre a dirigere il gioco c'è Inler, recuperato in extremis. Conte prova a rimediare al turno di stop di Marchisio scegliendo il 4-2-4 per blindare le fasce, in particolare quella di Maggio che deve fronteggiare Estigarribia. A centrocampo Pirlo e Vidal (obiettivo azzurro sfumato), Matri unica punta. Gli ex Pazienza e Quagliarella in panchina. Ma è l'out di sinistra, quello di Zuniga, che si intende alla grande con il Pocho, e il pressing altissimo a far impazzire i bianconeri partiti bene. Al 15' Lavezzi inganna Pirlo e si procura un rigore realizzato da Hamsik, ma fatto ripetere da Tagliavento per l'ingresso di alcuni giocatori in area piccola (molto fiscale). Ma lo slovacco spedisce alto gelando il San Paolo gremito. Un arbitraggio non certo casalingo e la voglia della «Signora» di metterla sul piano fisico hanno la peggio davanti a uno scatenato Napoli. Al 23' Hamsik si riscatta e di testa mette in rete la punizione del Pocho. Dopo 58 giorni, lo slovacco ritrova il gol che dà fiducia a lui e ai compagni: Juventus schiacciata nella sua metà campo con Pirlo (acciaccato) sovrastato da Hamsik. Ma a sorprendere è Pandev, sempre nel vivo dell'azione e pronto a colpire sul serio. Sfiora il raddoppio in due occasioni, ma alla terza non sbaglia. Un rimpallo tra Maggio e Pirlo e segna il suo primo gol in azzurro. Perforata in 45 minuti la ex seconda migliore difesa del campionato dietro l'Udinese. Lo stadio diventa un inferno di euforia che non vede l'ora di ascoltare il triplice fischio. Nella ripresa, al Napoli basterebbe amministrare il doppio vantaggio e invece inizia malissimo concedendo troppo spazio alle iniziative degli ospiti. In particolare sale di tono Vucinic, imprendibile per i difensori azzurri. Tre minuti e Matri segna la rete che riapre i giochi. Questa è la forza della Juve: un'occasione, un gol. E tanto carattere. I padroni di casa pagano la stanchezza, qualche lampo di reazione in Lavezzi. Ma Pandev ha risorse insospettabili e firma una doppietta di pregiata fattura: stop di petto, si gira e segna al volo su un' azione di Maggio che sembrava finita. Standing ovation per il macedone e dentro Santana. Ma gli uomini di Conte non sono mai domi e due minuti dopo si rimettono in corsa con la rete di Estigarribia (27' st). Ancora una volta, è il reparto arretrato napoletano a commettere errori madornali e a lasciare soli gli avversari davanti a De Sanctis. E la Juve trova la via del 3-3 con un gol di Pepe che vince un rimpallo su Fernandez. Mazzarri festeggia le 100 panchine azzurre con un pari che sa di ko.