Vettel il fenomeno scatena l'asta
Tutti a caccia del bicampione È il sogno di Ferrari e McLaren
Piùche guardarsi alle spalle per riepilogare quanto è successo nei 19 gran premi del 2011, adesso è dunque utile analizzare i due interrogativi di fondo che essi hanno lasciato aperti. Interrogativi che, a ben guardare, risultano poi talmente intrecciati da diventare uno solo: 1) Sebastian Vettel è destinato a rivelarsi come uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, - vale a dire dello stesso livello degli Schumacher, dei Fangio, dei Prost e dei Senna – o ha soltanto sfruttato circostanze tecniche favorevoli? 2) Il dominio della Red Bull durerà nel tempo o il ciclo favorevole si chiuderà di colpo com'era cominciato, magari grazie alla modifica del regolamento che dal 2012 impedirà di usare i gas di scarico del motore a fini aerodinamici? Una sintetica analisi non superficiale di quanto è accaduto nel Mondiale appena conclusosi rende difficile rispondere in modo univoco. Perché le sette sconfitte subite dalla Red Bull e l'imbarazzante stagione di Webber fanno da contraltare agli undici successi di Vettel, rendendo abbastanza chiaro che l'apporto del pilota tedesco è stato preponderante rispetto a quello della macchina. Ed essendo plausibile ritenere che il nuovo regolamento fornirà a McLaren, Ferrari e Mercedes l'occasione migliore per ribaltare un rapporto di forza già per certi versi invertito nel corso del 2011, diventa evidente che Sebastian Vettel potrebbe avere molte più difficoltà, nel 2012 e nel 2013, a confermarsi campione del mondo rispetto a quante non ne abbia avute nel 2011. Voglio dire che anche dal punto di vista dell'evoluzione della sua ancor freschissima carriera Vettel potrebbe trovarsi a ripercorrere il cammino di quello che tutti considerano il suo modello: Michael Schumacher. Perché pure Schumi, dopo aver conquistato i titoli 1994 e 1995 con una scuderia di secondo piano (ulteriore similitudine: nel '94 ce la fece solo all'ultima gara con una Benetton infarcita di dispositivi illegali e nel '95 dominò con una molto meno competitiva Benetton legale) riuscì ad approdare sull'Olimpo dell'automobilismo soltanto dopo aver cambiato squadra. Insomma, secondo me nel 2012 la Ferrari, la McLaren e la stessa Mercedes saranno in gara fra di loro non solo per strappare alla Red Bull la supremazia tecnica ma anche per convincere Vettel di rappresentare l'approdo ideale dove diventare il più grande pilota di tutti i tempi quando il suo contratto con la scuderia anglo tedesca verrà a scadenza. Se perciò la Ferrari vorrà riaprire un ciclo come quello che l'ha vista sbaragliare la concorrenza dal 2000 al 2004 dovrà davvero affrettarsi a completare la lenta rivoluzione culturale e organizzativa indispensabile ad adattarsi alla nuova F1 dell'era virtuale, quella in cui le monoposto si progettano e sviluppano grazie a quei maxi-videgames dei simulatori anziché a suon di chilometri in pista. È stata questa grave lacuna (provocata dai 15 e passa anni di elefantiaca metodologia-Todt) a impedire al team guidato da Stefano Domenicali e alla Mercedes, sua stretta parente tramite Ross Brawn, di recuperare terreno nel corso di questo amarissimo 2011, mentre l'agile McLaren, apparsa catastrofica nei test precampionato, di modifica in modifica è riuscita a diventare l'unica vera rivale di Vettel. Se il trend si confermerà questo, ho pochi dubbi che, dopo averla combattuta in pista nei prossimi due anni, nel 2014 Sebastian Vettel sceglierà proprio la McLaren, lasciando la Ferrari alle prese con gli ex campioni e le mezze tacche cui, nel frattempo, avrà inspiegabilmente continuato ad affidare le sue macchine.