Gli azzurri in World Cup contro Cuba
Laselezione caraibica, che rispetto alla rosa incontrata in world league ha recuperato il regista Hierrezuelo, è quinta il classifica, 2 punti dietro agli azzurri. I ragazzi di Berruto dovranno confermare l'incisività in servizio e l'attenzione a muro-difesa mostrate finora. di Ivan Zaytsev* Nuova stanza d'albergo. Ottavo piano. Siamo ad Hamamatsu, seconda città del Giappone dopo Tokyo. Giornata dedicata al trasferimento: sveglia all'alba ed arrivo attorno all'ora di pranzo, nella sede che ospita le prossime 3 partite. L'attenzione del gruppo è rivolta al minor dispendio possibile di energie, dopo il trasferimento (breve ma scomodo) in aereo. Gran parte di noi si addormentava in ogni posizione ed in ogni dove, altri leggevano, altri come me giocavano a carte (commentando come vecchi professionisti del bar del paese) provocando qualche malumore nella parte dei «dormienti»: il tono di voce era troppo elevato. Arrivati, ci siamo spostati sul campo per prendere confidenza con l'arena e risvegliarci dal punto di vista muscolare. Tutto sotto il massimo controllo dello staff tecnico. Berruto ci ha spiegato l'importanza dei dettagli in questa fase del torneo. Ogni secondo è prezioso. Dietro a noi ragazzi, che siamo sotto i riflettori perché siamo i protagonisti in campo, c'è un lavoro enorme da parte di tecnici, scout-man, fisioterapisti, manager ed organizzatori senza i quali non saremmo in grado di focalizzare la nostra attenzione sulla competizione. Vorrei ringraziare loro e far sapere a tutti voi che qui in Giappone la cordata azzurra che cerca di arrivare in vetta al mondo lavora a pieno ritmo 24 ore al giorno e che non passa un solo istante in cui smettiamo di guardare lassù dove si cela, dietro le nuvole, il nostro sogno da realizzare e da prendere con le mani. *schiacciatore azzurro e della MRoma volley