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Conte frena gli entusiasmi e trema per Pirlo

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«Ciconcentriamo sul presente, evitiamo di guardare troppo in là. Stiamo facendo ottime cose e finora siamo andati oltre le più rosee previsioni della vigilia, visto che secondo tanti non saremmo stati competitivi per il vertice già in questa stagione. Abbiamo messo fieno in cascina, ma dobbiamo continuiare a ragionare di partita in partita: poi, alla fine del girone di andata, valuteremo quali potranno essere effettivamente i nostri obiettivi. Non vogliamo ripetere assolutamente l'errore che alla Juve è già stato commesso nel recente passato». Contro lo storico, in effetti, nulla si può fare né dire ed è innegabile che a questo punto della stagione anche le poco fortunate creature di Ciro Ferrara e Luigi Del Neri fossero in lotta per i primi posti: «Andremo all'Olimpico a giocare il nostro calcio di fronte a una squadra che l'anno scorso si è piazzata davanti a noi e che con il mercato estivo si è molto rinforzata inserendo su un'ossatura già importante elementi di grande qualità come Klose e Cisse - ha aggiunto il tecnico bianconero - La formazione di Reja lotterà fino in fondo per le prime posizioni». Nessun dubbio circa la possibilità di risparmiare qualcuno dei diffidati (Pirlo, che resta in dubbio per il problema al ginocchio destro accusato giovedì, Marchisio, Chiellini e Pepe): «Le nostre forze e i nostri pensieri sono soltanto per la sfida dell'Olimpico. Schiererò la formazione migliore, poi penseremo all'impegno di martedì a Napoli. Quattro trasferte su sei prima di Natale? Una partita per volta, grazie». Impossibile schiodarlo da qui: anche se stasera andrà in scena la sfida tra capoliste; anche se la Juve è la sola squadra imbattuta del campionato; anche se il 4-3-3 gli ha regalato la quadratura del cerchio («il modulo resta quello, anche se Pirlo non dovesse farcela. Chi al suo posto? Pazienza può giocare da vertice basso senza problemi»); anche se difesa e attacco sono i secondi migliori reparti della serie A. Nonostante tutto, non è tempo di proclami: è un fatto, però, che tra stasera contro la Lazio e martedì al San Paolo col Napoli la Juventus dovrà lanciare altri segnali convincenti. E, se mai arrivassero, Conte rimarrebbe uno dei pochi a non volere pronunciare la parolina magica di otto lettere che comincia con la «s».

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