Portiere e poi allenatore della Juventus, tecnico e insieme presidente della Lazio.

«Èdifficile dire per chi potrò tifare sabato sera - spiega il 69enne mito del calcio italiano - sono stato bene dovunque ho giocato, anche a Napoli e Mantova, e dovunque ho lasciato un pezzo di cuore. Sarò equilibrato. Meglio così, vuol dire anche più obiettivo». Talmente obiettivo da lanciarsi in un pronostico? «Non è certamente facile, sono due squadre molto in forma. Ma credo che la Lazio debba affrontare la gara senza paura, ha un organico importante, dovrà far valere le sue caratteristiche per contrastare i bianconeri, soprattutto la fisicità. Giocando in casa, potrebbe essere favorita. Io in schedina punterei sull'1-X». Nonostante tutti gli infortuni? «Beh, ovvio che sul pronostico possano incidere i giocatori che scenderanno in campo. Con Klose e Cisse sarebbe una partita, senza ne diventerebbe un'altra». Li ha nominati insieme, però finora hanno avuto rendimenti diversi. «Il tedesco è l'uomo copertina perché ha fatto tanti gol, ma è l'organico in generale ad essere importante, lo si è già visto l'anno scorso. E per quanto riguarda il francese io sono convinto che si sbloccherà molto presto». Quindi non l'ha sorpresa vedere la Lazio così in alto? «Assolutamente no. So come lavora Reja e anche la società ha fatto la sua parte. Quanto ottenuto finora è solo il normale prosieguo della passata stagione, quando l'organico già valeva la Champions». Quindi, con i giocatori inseriti questa estate, si può puntare ancora più in alto? «Parlare di scudetto a questo punto del campionato è prematuro, ma questo non vale solo per la Lazio. Però i biancocelesti hanno senza dubbio le potenzialità per restare aggrappati alle primissime posizioni». Direbbe lo stesso della Juventus? «Certo. I bianconeri, anzi, devono essere ancora più prudenti nei proclami. La vera sorpresa di questo avvio, dopo due stagioni anonime, sono loro. Il giudizio è sospeso almeno fino a dopo le partite con Lazio e Napoli». Al momento incutono molto timore. «È stato fatto un gran lavoro da parte di allenatore e società. Stanno giocando molto bene e non va dimenticato il fattore stadio, che per me ha effetti tutt'altro che trascurabili». Conte è l'uomo del momento. «Il suo merito principale è stato quello di aver galvanizzato giocatori che nelle passate stagioni c'erano già ma avevano reso poco. Penso a Pepe o Matri, ma soprattutto a Marchisio. In quest'ultimo caso, è bastato riportarlo nella sua posizione naturale». E poi non ha le coppe. «A questo francamente credo poco, così come al turnover. Le grandi squadre hanno sempre retto benissimo al doppio impegno e, alla fin fine, in campo scendono sempre i migliori. Non posso pensare che ci siano giocatori così stanchi già a novembre». A lei non si può non chiedere un parere sui portieri. «Di Buffon ormai si è detto tutto. È il più grande. Ma personalmente Marchetti mi piace moltissimo. Ha delle doti non comuni e ha ritrovato la forma che lo portò in Nazionale. C'è già stato, ci tornerà presto».