Luis Enrique ci crede: "Adesso viene il bello"
Una vittoria contro tutto. Le paure, gli errori, le clamorose sviste arbitrali e i cattivi pensieri. DiBenedetto non vedeva una vittoria della Roma dal vivo dalla partita con l'Atalanta: dopo il successo di ieri si sentirà meno in colpa. Il presidente ha apprezzato i progressi nel gioco dalla tribuna autorità, Baldini l'ha vissuta qualche sedia più in là con la solita maschera che nasconde le emozioni, Sabatini dall'alto insieme agli studiosi della tattica e alla fine non ha trattenuto la rabbia per il gol annullato a Osvaldo. Il lieto fine della serata è nelle parole di Luis Enrique. «Sono soddisfatto per la partita e il risultato che ci sta strettissimo per quanto abbiamo creato. Ma - ricorda il tecnico - devi metterla dentro per fare gol». Peccati di gioventù. «Poteva finire 4 o 5 a 1, ma anche 2-2. Il calcio è così, di solito quando sbagli tanto prendi il pareggio e fai la fine del "tonto" come si dice in Spagna». La freddezza si acquista con l'esperienza, il gioco si costruisce con il lavoro e la Roma sta finalmente mettendo in mostra i frutti dell'impegno messo in settimana. «La squadra - conferma Luis Enrique - è in crescita. Aver vinto questa partita soffrendo ci farà bene. Era importantissimo trovare il secondo successo di seguito dopo Novara, ora inizia il nostro vero percorso. L'Udinese è una squadra fortissima, sappiamo tutti quanto vale, ma per i ragazzi è un grande stimolo giocare queste partite». Dopo il «Friuli» in serie arriveranno gli esami con Fiorentina, Juventus, Napoli e Bologna: a Natale la Roma scoprirà cos'è davvero. «Non so quanto varranno queste sfide perché se vinciamo le prossime tre e le perdiamo tutte dopo andiamo in serie B e viceversa. Ci mancano tantissime cose, non penso alla classifica, lo farò quando mancheranno dieci partite. Per ora ho un altro obiettivo: avere una squadra capace di sapersi muovere in campo nelle diverse situazioni che ti capitano». I segnali di ieri spingono all'ottimismo. «Voglio vedere sempre questa voglia e cattiveria messa con il Lecce. Un merito particolare a Osvaldo che ha fatto una grande gara anche in fase difensiva. Mi dispiace tantissimo per lui, a fine partita gli ho detto che il gol era valido, ma si rifarà». Come a Novara, De Rossi e Gago si sono scambiati i ruoli in una rotazione decisamente efficace ai fini del risultati. Il dibattito sulla posizione del centrocampista azzurro è però una croce che Luis Enrique deve continuare a portare. «Quando metto De Rossi davanti alla difesa mi dicono che dovrei farlo giocare da intermedio come in Nazionale. La verità è che può fare entrambe le cose». E Totti può fare l'Altafini? «No, stavolta ho pensato che era troppo rischioso farlo giocare dall'inizio dopo due mesi di stop in una serata così fredda. Lui resta il nostro punto di riferimento». Luis Enrique protegge Lamela, «non ditegli ancora che è esploso», e rincuora Bojan: «Per me ha giocato bene, la prossima volta segnerà». Dal gruppone dei «vecchi» è emerso Taddei: «Ha fatto un bel lavoro in entrambe le fasi, un assist e una grande partita. Uno dei migliori». Uno così è la fortuna di tutti gli allenatori.