Reja promuove la squadra
Nonè stata una grandissima Lazio quella vista al San Paolo, ma alla fine è arrivato un punto che, in un momento di grandissima emergenza, permette comunque ai biancocelesti di restare almeno per un'altra notte in testa alla classifica. Viste le premesse, può bastare. «Stasera forse non potevo chiedere di più - ha esordito Reja nel dopogara - tutti hanno giocato una partita di altissimo profilo, hanno dato fino all'ultima goccia di sudore. Io non posso che ringraziare tutti i miei giocatori. Abbiamo retto molto bene e questo è un risultato che, al di là di come è arrivato, ci rende ancora più consapevoli delle nostre potenzialità». Certo, resta l'impressione di una Lazio Klose-dipendente. Senza il tedesco i biancocelesti fanno una fatica enorme a tirare in porta e Djibril Cisse non è riuscito a incidere neanche nella sera in cui è tornato riferimento principale dell'attacco: «A me Cisse è piaciuto - contrattacca il tecnico - almeno fino a quando non ha preso una brutta botta alla caviglia, alla fine del primo tempo. Poi è voluto comunque restare in campo e non era facile combattere per tutta la partita contro i tre difensori centrali del Napoli. E poi bisogna tenere presente che ci mancava Kozak e che Rocchi ho preferito non utilizzarlo visto che era reduce da una brutta influenza. Forse a volte saremmo potuti ripartire meglio, ma va bene così». Poi arriva l'analisi dei singoli, con una dedica particolare a Marchetti: «Stasera è stato davvero straordinario, ha fatto una serie di interventi da fenomeno, è da un po' che sta giocando alla grande e spero che al più presto venga preso in considerazione anche per la Nazionale». Complimenti per tutti, da Stankevicius a Diakité «in crescita continua» per arrivare a un Lulic che «nonostante avesse giocato due gare in Nazionale ha retto benissimo per tutti i 90 minuti». Preoccupano un po' gli infortuni («Konko ha preso una botta alla parte alta del muscolo, dove fa molto male. Per Sculli dovrebbero essere solo crampi») ma c'è la consapevolezza di avere una panchina in grado di sopperire anche alle assenze di diversi titolari: «Avete visto Scaloni? Si è trovato a difendere su Lavezzi, che è il giocatore più veloce, e mi sembra si sia disimpegnato comunque bene». Come ogni anno, a Napoli, c'è il momento del revival. I ringraziamenti per l'affetto dei tifosi, che l'hanno applaudito fin dall'ingresso in città, e la voglia di «ripetere con la Lazio le annate straordinarie fatte qui, anche se cogliendo risultati ancora più importanti». Commozione, ma anche ironia, come quando gli si chiede del fuorigioco inesistente di Maggio e lui risponde: «Beh, mi sembra che l'anno scorso proprio qui, il guardalinee non vide un gol netto. Ragazzi, il calcio va così, vuol dire che abbiamo pareggiato i conti...». Particolarmente pacata e onesta anche l'analisi del ds Tare: «Forse il Napoli, per le occasioni che ha creato nel secondo tempo, avrebbe meritato qualcosa di più, ma noi abbiamo sfoggiato una prestazione di altissimo livello dal punto di vista difensivo». Qualcuno si sarebbe aspettato un Napoli distratto dalla Champions: «Io sapevo che non sarebbe andata così, gli azzurri non avrebbero mai preso la partita sottogamba - conclude il direttore sportivo - martedì affrontano il Manchester City ma anche il campionato per loro rappresenta un obiettivo importante».