Il muro della Lazio resiste a Napoli
LaLazio esce imbattuta dal San Paolo (0-0) al termine di una gara passata quasi interamente nella propria metà campo e per una notte si lancia da sola in testa alla classifica. Merito di un Marchetti formato Nazionale, che stravince la sfida in ottica azzurra con De Sanctis e riceve, al fischio finale, l'abbraccio dei compagni. Bene anche la poco collaudata difesa Stankevicius-Diakité. Preoccupano, invece, l'abulia in attacco in assenza del kaiser Klose e una situazione infortunati che si fa più drammatica. Da verificare anche le condizioni di Konko e Sculli, usciti anzitempo dalla partita. Per quanto riguarda il Napoli, Mazzarri forse rimpiangerà di non aver fatto riposare nessuno dei suoi big. I partenopei, in fase di involuzione rispetto alla passata stagione, dovranno fare molto di più martedì per battere il City. Reja si affida all'undici dei superstiti sistemato con l'abituale 4-3-1-2. Rizzoli fischia l'inizio con gli spalti che presentano larghi vuoti e i biancocelesti che, fin dai primi minuti, sembrano voler impostare una gara difesa e contropiede. Il piano di Reja regge alla perfezione per i primi 45 minuti di gioco. La Lazio sta rintanata nella propria metà campo, Ledesma e Brocchi annullano l'azione dei dirimpettai Inler e Dzemaili e così il Napoli trova un predominio territoriale che si rivela piuttosto sterile. Ci provano proprio Inler e Dzemaili dalla distanza con tiri fuori misura, specchio di una difficoltà a creare palle invitanti in attacco per un Cavani che sembra la pallida copia di quello della passata stagione. I problemi per i biancocelesti, semmai, sono in attacco. Senza Klose i tentativi di far male sono sporadici. Ed è un peccato, perché il Napoli a centrocampo lascia spesso spazi invitanti che un Hernanes timido fatica a sfruttare. Dopo 20 minuti sottotono, la Lazio prende coraggio e costruisce le uniche due palle gol di un primo tempo noioso. Prima è Cisse che riceve al limite da Lulic e spara tra le braccia di De Sanctis, poi è lo stesso francese che con un colpo di tacco geniale libera al tiro Hernanes che strozza troppo la conclusione e spedisce al lato da posizione favorevole. Mazzarri si fa sentire negli spogliatoi e al rientro in campo sembra un altro Napoli. In dieci minuti gli azzurri fanno incetta di palle gol. È Lavezzi che bussa tre volte alla porta di Marchetti, bravo nelle prime due occasioni, graziato a un metro dalla porta nella terza. Poi è il guardalinee Nicoletti a inventarsi un fuorigioco di Maggio lanciato a rete. Reja corre ai ripari: dentro Scaloni per Konko, acciaccato dopo un contrasto con Dossena, e Matuzalem per Hernanes, colpevole di un paio di sanguinose palle perse nella propria metà campo. Il Profeta la prende male, non saluta Reja e rifila un calcione alla panchina. Mazzarri prova a vincerla in tutti i modi, mette dentro anche Pandev per Dossena, passa al 3-4-3 ed è ancora una volta un superlativo Marchetti a dover opporsi miracolosamente a Cavani per due volte, prima a una semirovesciata da distanza ravvicinata poi a un velenoso colpo di testa. A dieci dalla fine si arrende anche Sculli per l'ennesimo infortunio della stagione. Reja butta dentro Gonzalez lasciando il solo Cisse lì davanti, ma per sua fortuna il cronometro corre veloce e, dopo l'ennesimo miracolo del portiere biancoceleste su Lavezzi, Rizzoli manda tutti negli spogliatoi.