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L'Uruguay rovina la festa all'Italia

Italia-Uruguay, Mario Balotelli in azione (Gmt)

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Dopo oltre 5 anni (16 agosto 2006, 0-2 con la Croazia) l'Italia perde in casa ma per fortuna è un'amichevole. L'Uruguay passa all'Olimpico con un gol di Fernandez, dimostra di essere una grande squadra con gli azzurri che giocano un buon primo tempo ma si perdono nella ripresa nonostante gli assalti finali: primo ko in assoluto dal giugno (0-2 dall'Irlanda in amichevole). Si festeggia il 150° anniversario dell'Unità e alla fine si presentano in 45mila per la sfida all'Uruguay, terzo ai mondiali 2010 e vincitore dell'ultima Coppa America. Nelle due curve campeggiano tricolori giganteschi che coprono almeno in parte i tanti spazi vuoti. Poco prima dell'inizio un episodio inspiegabile: i circa 6 mila ragazzi della scuole calcio di Roma e del Lazio (bella la coerografia col numero 150) accolgono con sonore bordate di fischi i giocatori uruguaiani che avevano chiesto l'applauso della gente. Se queste sono le nuove generazioni di tifosi, c'è poco da stare allegri. Poco prima, negli spogliatoi, la visita di Totti agli ex compagni. Un saluto a Prandelli e primo contatto con Balotelli dopo il calcione di tre anni fa. Di certo un bel segnale col capitano romanista che, col probabile forfait di Cassano, potrebbe anche tornare utile per gli Europei. Tabarez lascia in panchina Suarez. C'è l'ex laziale Muslera che ritrova il suo stadio, mentre Gonzalez resta a guardare. Nell'Italia fiducia alla coppia Balotelli-Osvaldo: l'oriundo romanista gioca per la prima volta dall'inizio. Per il resto Prandelli si affida alla regia di Pirlo e alle incursioni di Marchisio, De Rossi e Montolivo. In tribuna i presidenti delle due squadre romane, DiBenedetto e Lotito, assistono al match uno vicino all'altro. Il primo squillo è di Balotelli dopo 17 secondi ma illude perché al terzo minuto l'Uruguay è avanti: scende l'ex juventino Caceres, Balzaretti «buca» la chiusura, Ranocchia e Maggio tentennano, ne approfitta Fernandez per infilare Buffon: difesa troppo passiva. La reazione azzurra è tutta nel destraccio di Balotelli che si spegne sui pugni di Muslera. Poi Osvaldo non coglie l'attimo su un lungo cross di Maggio ma la manovra non decolla. L'Uruguay se ne sta rintanato ma, quando si affaccia dalle parti di Buffon, è sempre pericoloso grazie alle ripartenze di Cavani e di un ottimo Pereira sulla sinistra. L'arbitro si becca anche un «buffone» collettivo dallo stadio che parte sempre dalle «sportivissime» scuole-calcio ma stavolta un po' di ragione c'è perché il portoghese Gomes non ne azzecca una e tollera il gioco duro contro Balotelli (ammoniti Pereira, Lugano e Caceres). Il talento del Manchester gioca quasi da solo, impegna Muslera a terra dopo una pregevole girata, fa impazzire Godin che meriterebbe il giallo per l'ennesimo fallo. Ma la diga celeste resiste. La ripresa comincia con Pepe al posto di uno spento Montolivo (Prandelli sceglie il 4-3-3, con Balotelli che scivola a sinistra e Osvaldo centrale) mentreTabarez inserisce Coates per Lugano. Balotelli cerca di farsi giustizia da solo con Perez (gomitata gratuita), rimedia una giusta ammonizione e il centrocampista del Bologna è costretto a lasciare il campo: Supermario deve evitare questi eccessi. Cavani impegna Buffon in tuffo, l'Italia arranca, l'Uruguay si difende e riparte. Al 55' Pepe gira in porta, Muslera respinge in angolo ma è un segnale di vita degli Azzurri con Prandelli che dalla panchina chiama l'assalto finale inserendo Matri per Osvaldo. L'Italia ci prova con poca lucidità ma tanto cuore: Muslera è prodigioso su Balzaretti poi Alvaro Pereira prende il secondo giallo e allora Prandelli si gioca anche la carta Pazzini negli ultimi 7 minuti. Niente da fare, arriva il ko: giusto così. Prandelli, in ogni caso, non fa drammi: «L'Uruguay è una grande squadra che in questo momento ha un'autostima smisurata. Noi dobbiamo ancora crescere ma abbiamo fatto una buona gara, non meritavamo il ko». Se non altro, in mattinata era arrivato un bel segnale, con la squadra ospite dal Presidente della Repubblica Napolitano e Buffon che aveva tenuto un discorso ispirato: «Questa popolazione ha bisogno dell'appoggio di una classe politica coesa, colta e responsabile». Napolitano applaude. Anche un portiere può far gol.

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