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L'Italia si ferma e ora tifa per il Giappone

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Doponove entusiasmanti vittorie la Nazionale femminile di volley, impegnata nella World Cup, si è arresa agli Stati Uniti. Il gruppo ha pagato dazio ad un tour de force di 10 partite in 11 giorni. La sconfitta contro Hooker e compagne, con il punteggio di 3-1, se diminuisce la possibilità di vincere il trofeo, non offusca la grandezza dell'impresa azzurra: la qualificazione alle Olimpiadi. In una competizione con il miglior livello tecnico degli ultimi anni, le ragazze di Barbolini mettono in riga le prime della classe (Stati Uniti a parte) e ricordano al mondo che l'Italia ha sempre un posto d'onore nel gotha del volley. Perdere 3-1 lascia l'amaro in bocca, perché sarebbe bastato un altro set per mettere le mani sulla Coppa e, gestendo meglio la seconda frazione, arrivare al tie break non sarebbe stato utopistico. Ma, allo Yoyogi National Stadium di Tokyo, l'Italia ha di fronte un avversario di grandissimo spessore. Gli Usa arrivano all'appuntamento cariche e con una Hooker extra lusso: l'opposto di San Antonio ha realizzato 41 punti nella gara del giorno prima col Giappone. Le Azzurre partono male, la ricezione traballa e l'attacco stenta. Se il primo set è combattuto, il secondo è uno show a stelle e strisce. Nella terza frazione esce l'orgoglio delle campionesse e Costagrande e Gioli ci rimettono in partita. Ma quando è il momento di un'ulteriore accelerazione, le energie vengono meno e Larsson chiude i conti. Per il successo finale ci sono ancora speranze. E non troppo flebili: contro il Kenya (si è giocata nella notte) non si possono mancare i tre punti e, se stamattina il Giappone portasse al quinto gli Usa, sarebbe Lo Bianco ad alzare la Coppa.

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