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Cinesi e stipendio nodi dello «Zio Tom»

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Ancora in sospeso il salario del presidente

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Leacque in casa Roma sono sempre mosse e tendenti all'agitato. DiBenedetto è tornato ieri dagli States. Dopo una riunione a Trigoria con Fenucci si è gustato Italia-Uruguay all'Olimpico seduto al fianco di Lotito, mentre l'agenda dei prossimi giorni è ricca di appuntamenti istituzionali, conferenze e riunioni. I nodi da sciogliere sono parecchi, il più delicato per l'immediato riguarda lo stipendio che il presidente dovrebbe percepire dal club: circa un milione di euro, più biglietti aerei e autista. Una cifra che fa discutere e crea imbarazzi all'interno della Roma per gli inevitabili effetti mediatici che si sono già scatenati. L'ultima riunione del cda ha tenuto in sospeso la questione, la prossima, prevista nei prossimi giorni ma non ancora convocata, dovrà occuparsi anche dei contratti dell'ad Fenucci (già pronto) e del dg Baldini. Intanto ieri nuovi contatti tra i rappresentanti di DiBenedetto e del socio Pallotta e Unicredit, in vista del prossimo aumento di capitale da 50 milioni di euro già concordato. In ballo c'è la scelta del partner che dovrà affiancare la banca e gli americani nella Roma. Il vice-direttore generale di Unicredit Paolo Fiorentino continua a spingere per la soluzione cinese: i contatti con il fondo sovrano «Cic», il più ricco al mondo, sono in stato avanzato. Oltre alla possibile cessione di una parte delle quote del club controllate dalla banca (ora è il 40%), si sta pensando a un ingresso del terzo socio nell'azionariato attraverso un aumento di capitale. DiBenedetto non ha ancora dato il suo assenso sui cinesi e intanto è spuntato l'interesse del fondo sovrano del Qatar. Ma i romani non mollano, con Giovanni Malagò alla ricerca di imprenditori disposti a rilevare parte la quota di Unicredit: nei sondaggi di questi giorni rispunta Francesco Angelini. In attesa che il puzzle si componga, gli americani provano a portare avanti i progetti su stadio di proprietà, marketing e merchandising. Pallotta è sempre più coinvolto: anche il suo uomo del fondo Raptor Mark Pannes è in Italia. Ieri a Torino ha incontrato i dirigenti della Deltatre, una società che fornisce servizi informatici e audio/video per lo sport. Il passato fa più paura del futuro: Vinicio Fioranelli, l'agente Fifa che nel 2009 provò ad acquistare la Roma, ha patteggiato la condanna ad un anno ed otto mesi di reclusione ed il pagamento di una multa di 20 mila euro. Fioranelli era accusato di aggiotaggio, associazione per delinquere e ricettazione.

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