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Buffon 6 Non ha responsabilità sul destro ravicinato di Fernandez.

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Maggio6 Nel primo tempo gioca con il freno a mano tirato, va meglio nella ripresa quando si ripresenta con un paio di incursioni insidiose. Ranocchia 5 Poco reattivo nel chiudere Fernandez. Paga la distrazione iniziale, gioca con poca lucidità. Chiellini 5 Concorso di colpa con Balzaretti sull'incursione di Caceres che porta al gol iniziale. Spesso in ritardo, sempre in affanno, fatica ad arginare gli avversari: non è serata. Balzaretti 5 Concede troppa libertà a Caceres in occasione del vantaggio uruguagio. Frequentemente in ritardo, viene ripetutamente preso in controtempo dall'avversario di turno. De Rossi 6 Gioca una partita di sofferenza: non è supportato nè da Marchisio, nè da Montolivo, è costretto a portare la croce. Pirlo 6 Soffocato dal mediani avversari, non trova mai la collaborazione dei compagni che invece di farsi vedere spesso si nascondono. Marchisio 5 Sotto tono rispetto all'ultima apparizione polacca: è sempre costretto a inseguire gli avversari. Nelle rare occasioni in cui recupera palla, viene immediatamente braccato. Montolivo 5 Fa fatica a trovare la posizione in mezzo al campo: gli spazi son pochi, gli avversari gli mordono le caviglie. Non entra mai in partita. Osvaldo 5.5 Sciupa almeno un paio di buone occasioni di testa, non riesce mai a trovare lo spunto decisivo. Giocare nel suo stadio lo condiziona negativamente. Prandelli lo richiama in panchina dopo venti minuti della ripresa. Balotelli 6.5 Un'insidia costante per la difesa sudamericana: in avvio impegna Muslera con un sinistro in corsa, si ripete con un destro velenoso dal limite, infine sfiora il gol di testa. Maltrattato dai difensori, non si perde d'animo e va a procurar battaglia nell'area avversaria. Pepe 5.5 Un paio di spunti interessanti e un destro che trova pronto Muslera. Poco altro. Matri 5 Entra in campo al 20' st, con la sua squadra sotto di un gol. Non fa nulla di rilevante. Prandelli 5.5 Non è la sua Italia: lenta, sbadata, a tratti passiva. C'è ancora molto da lavorare. Simone Pieretti

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