L'Italia non punge Ko con l'Uruguay
L'Uruguay ha battuto l'Italia 1-0 (1-0) in una partita amichevole disputata allo stadio Olimpico di Roma. A decidere il match la rete di Fernandez al terzo minuto. Stavolta Balotelli non ha fatto miracoli e l'Italia ha perso. Giustamente, contro un osso durissimo. I nostri hanno giocato una buona partita, ma non l'hanno spuntata contro un avversario d'esperienza e qualità. Si è chiusa così con una sconfitta, ma con bilancio tutto sommato positivo, la stagione della Nazionale di Prandelli. Dopo la "facile" qualificazione per l'Europeo al primo posto e la vittoria sulla Spagna campione del mondo, gli azzurri hanno subito una onorevole sconfitta dall'Uruguay, quarto nel ranking Fifa. Peccato non ci fosse il pienone (35.000 spettatori), perché la partita è stata molto densa, combattuta. L'Uruguay è passato subito dopo 3' : azione di Caceres sulla destra, cross basso che trova Fernandez (il sostituto di Suarez) solo sul dischetto; la difesa azzurra è immobile, l'uruguaiano ha tutto il tempo di infilare basso alla destra di Buffon, che ha festeggiato male la partita n. 112 e l'aggancio a Zoff. Dopo aver segnato, l'Uruguay ha cercato specialmente di non far ragionare gli azzurri. Su Pirlo ha agito in pressing Cavani, ma tutti i sudamericani hanno fatto densità a centrocampo. Nonostante tutto, l'Italia ha creato parecchie occasioni. Balotelli ha tirato diverse volte: da lontano al 17' (parato); dopo un bel controllo di destro (25') ha toccato in porta di sinistro (sventato da Muslera); di testa (alto) su traversone di Balzaretti da sinistra. Anche Osvaldo ha avuto due palle gol: Maggio da destra (19') gli ha servito un traversone, di testa il romanista ha messo fuori (male); poi su angolo al 35' ha colpito fuori da pochi metri. Nel primo tempo, molto frenetico, un'Italia agguerrita ma incapace di tradurre in gol quanto ha creato. La squadra di Tabarez ha saputo ben fronteggiare - con le buone e le cattive - gli azzurri. Nella ripresa Prandelli ha cambiato modulo: 4-3-3. Dentro Pepe al posto di Montolivo. Lo juventino ha fiondato una bella palla in porta, parata da un ottimo Muslera, dopo un bel colpo di testa di Cavani. L'Italia è sembrata meglio messa in campo. Prandelli ha chiamato in causa poi Matri, che ha messo fuori una buona palla al 23'. Alvaro Pereira e Cavani poi hanno fatto correre i brividi sulla schiena degli azzurri: tiro rimpallato. L'Italia nel finale avrebbe potuto pareggiare con Balzaretti (girata di destro e miracolo di Muslera) e con l'autogol sfiorato da Cavani (deviazione verso la propria porta su tiro di Chiellini). Nel finale, Alvaro Pereira è stato espulso per doppia ammonizione. Prandelli si è giocato la carta Pazzini nel tentativo di rimediare un onorevole pareggio. Balotelli ha cercato di piazzare una palla all'incrocio dal limite al 46', prima di un pasticcio difensivo di Chiellini. La partita avrebbe dovuto dare al ct conferme su quanto visto nel corso della buona prestazione in Polonia. Al di là del risultato era sotto osservazione la prestazione di Balotelli (in grande evidenza a Wroclaw), molto attivo ma all'asciutto all'Olimpico. È apparsa meglio l'Italia del 4-3-3, quella del secondo tempo, grazie alla spinta offerta da Pepe. Ma non è bastato. Al fianco di SuperMario si è visto inizialmente il romanista Osvaldo, che si è fatto apprezzare, ma ha fatto degli errori in fase conclusiva. Nella collaudata difesa azzurra, Buffon ha subito il gol iniziale che tuttavia non ne ha scalfito la credibilità. Prandelli ha cambiato i cursori esterni della difesa e ha lasciato al loro posto i centrali Ranocchia e Chiellini, distratti sul gol di Fernandez. Bene Maggio e Balzaretti, che hanno spinto sulle corsie esterne. A centrocampo, lo stesso assetto iniziale di venerdì in Polonia, con il rombo: Pirlo vertice basso, De Rossi e Marchisio ai lati e Montolivo vertice alto. Reparto in sofferenza per il pressing uruguaiano. Poi nella ripresa si è passati, con l'ingresso di Pepe, a un assetto diverso. Convincente nei primi minuti, poi evanescente. L'Uruguay del "maestro" Oscar Washington Tabarez, fresco vincitore della Coppa America e reduce dal 4-0 sul Cile, in una partita di qualificazione per i Mondiali, non ha potuto schierare il Suarez (quattro gol ai cileni), né l'interista Forlan, ma è bastata la presenza dei Cavani, Perez, Fernandez per farne una squadra temibile e insuperabile per gli azzurri. Soprattutto i sudamericani sono apparsi ben organizzati, oltre che battaglieri Caceres, Cavani e Alvaro Pereira sono apparsi fra i più in palla insieme con Muslera. Adesso la Nazionale va in letargo: Prandelli ha capito quali sono i pregi e i difetti di questa squadra. "È stata un'ottima partita contro una grande squadra", ha detto il ct "Sul piano della prestazione è stata una buona gara - ha spiegato Prandelli - Abbiamo cercato di recuperare fino all'ultimo momento lo svantaggio, e abbiamo avuto anche buone opportunità. L'importante è aver cercato di creare sempre". Prandelli non boccia la sua nazionale. "Non ci facevano ripartire ed erano sempre sotto pressione le nostre punte - spiega il ct. Secondo me è stato un buon primo tempo, è chiaro che contro una squadra quarta ai mondiali e che ha vinto la coppa America che ha un'autostima alta non è facile. Il 2012? Dobbiamo lavorare per diventare una squadra più importante".